Circa seicento le persone che hanno partecipato al corteo di protesta contro le esercitazioni Nato Mare Aperto 2022davanti al poligono di Teulada. Tre autobus sono giunti da Cagliari ma in tanti stamattina sono arrivati in macchina.

Diversi movimenti antimilitaristi e le forze indipendentiste sarde chiedono lo stop ai "giochi di guerra" e all'imponente presenza delle servitù militari nell'Isola, dove 35mila ettari di territorio sono vincolati dalle stellette e dove ci sono i tre poligoni militari più grandi d'Europa, Quirra-San Lorenzo, Capo Frasca e appunto Teulada.

IL CORTEO – I manifestanti sono arrivati fino al secondo ingresso del poligono militare di Teulada e per due volte hanno cercato di avvicinarsi alla recinzione che delimita la base ma hanno desistito davanti al massiccio schieramento di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza.

Il corteo è poi tornato verso Sant'Anna Arresi. La coda dei manifestanti, con caschetti e uno striscione fatto di scudi, è avanzata camminando all'indietro e scandendo slogan contro le forze dell'ordine. Nessuno scontro, ma solo un’azione simbolica: sono stati tranciati circa 5 metri della recinzione della base

"La guerra in Ucraina è vicinissima e probabilmente è stata anche in parte preparata qua in Sardegna visto che l'esercito ucraino si è esercitato negli ultimi anni qui proprio in vista di quello che sarebbe successo”, ha detto Mauro Aresu dell'Assemblea di A Foras.

La neo segretaria di Liberu Giulia Lai spiega che "in questo periodo storico diventa sempre più importante concentrare la nostra attenzione sul potere dei Sardi di decidere sulla propria terra. Noi già dal 2017 denunciamo il fatto che queste esercitazioni militari vengono fatte oltre i confini dei poligoni militari e ora con l'avvento della guerra diventa quasi normale accettare la presenza di migliaia di uomini in divisa".

Secondo Bustianu Cumpostu di Sardigna Natzione Indipendentzia, "bisogna far capire che la Sardegna non è uno scoglio da poter usare per usi militari ma c'è un popolo che non vuole assolutamente che la propria terra venga usata per addestrarsi e portare quella guerra in altre parti del mondo. E non vuole che venga usata neanche per produrre armi: siamo qui per dare anche un segno di pace". 

IL RAID – Dopo giorni di polemiche la tensione si è ulteriormente alzata venerdì notte quando un gruppo di persone ancora da identificare ha lanciato una molotov e palloncini pieni di vernice rossa contro il Comando militare dell'Esercito in via Torino a Cagliari: le indagini della Digos si stanno orientando su gruppi anarchici-antagonisti.

A disposizione degli inquirenti i video delle numerose telecamere di sorveglianza ma anche quelli di alcuni telefoni cellulari che hanno ripreso la fase conclusiva del blitz.

Il raid è stato condannato da tutto il mondo politico, dalla presidente del Senato Elisabetta Casellati, dal ministro della Difesa Lorenzo Guerini, per arrivare al presidente della Regione Sardegna Christian Solinas e anche dall'Anpi: “Gesti come questo – dicono dall’associazione dei partigiani –  non sono compatibili con la richiesta, che pure l'Anpi ha avanzato, di uno stop delle esercitazioni militari in corso nei mari e nei poligoni del sud dell'Isola".

(Unioneonline/D)

© Riproduzione riservata