Proseguono le indagini della Digos per identificare i responsabili del raid incendiario contro il Comando militare dell'Esercito in Sardegna, in via Torino a Cagliari.

Prima c’erano state le scritte antimilitariste sul muro di via Torino, poi il lancio di fumogeni e quindi, nella notte tra venerdì e sabato, una bottiglia molotov e palloncini pieni di vernice rossa sono stati scagliati contro l’ingresso e la facciata dell’edificio.

Ora, grazie ai video delle numerose telecamere di sorveglianza presenti, ma anche di quelli di alcuni telefoni cellulari che hanno ripreso la fase conclusiva del blitz, gli investigatori sperano di identificare i responsabili – una ventina almeno – dell’azione condannata da tutto il mondo politico, dalla presidente del Senato, il ministro della Difesa, per arrivare al presidente della Regione Sardegna. Le attenzioni dei poliziotti della Digos sono rivolte soprattutto agli ambienti anarchici-antagonisti.

LA MANIFESTAZIONE – Nel frattempo, cresce la tensione con rafforzamento dei presidi di sicurezza per la nuova manifestazione antimilitarista, in programma oggi tra Sant’Anna Arresi e il poligono di Teulada.

Decine di persone, con partenza alle 12 da piazza Aldo Moro, scendono in piazza contro le basi militari, le fabbriche di armi, la Nato e tutte le guerre.

Per partecipare all’appuntamento, in arrivo alcuni pullman anche da Cagliari: l’obiettivo è far sentire la propria voce proprio nel momento in cui questa parte dell’Isola è interessata da una massiccia esercitazione militare.

“Questa manifestazione è stata organizzata contro le basi militari e le esercitazioni della Nato, che vedono la Sardegna sempre in prima fila come punto strategico per preparare le guerre – dice Rosalba Meloni, una degli organizzatori dell’appuntamento di oggi –, ancora una volta saremo in strada ad urlare il nostro sdegno per l'occupazione e lo sfruttamento della nostra terra”.

La Sardegna è la regione italiana che paga il prezzo più alto per la presenza di servitù militari. Al Salto di Quirra, tra Perdasdefogu e Villaputzu, c’è il poligono militare più grande d’Europa affittato dallo Stato anche alle industrie per testare armi dal 1950. Poi quelli di Teulada e di Capo Frasca, tra Arbus e l’Oristanese. 

(Unioneonline)

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