Sono quasi all'ordine del giorno le notizie drammatiche che riguardano maltrattamenti negli asili da parte di maestri e maestre. La cronaca si fonde con il resoconto delle violenze quasi sempre fisiche ma spesso anche verbali.

Uno degli ultimi casi, su cui sono in corso gli approfondimenti investigativi, riguarda la Sardegna. A Budoni si sarebbero registrati insulti nei confronti di un bimbo di cinque anni di origine nordafricana e due maestre sembra siano state anche sospese - e poi reintegrate - in attesa degli accertamenti.

L'importanza della sicurezza dei più piccoli nei luoghi in cui spesso trascorrono gran parte della loro giornata è un tema di grande attualità.

A Settimo San Pietro c'è una struttura privata che si è già dotata di telecamere interne ed esterne, come prevede la legge approvata di recente.

"Abbiamo aperto nel marzo 2017 - spiega Silvia Lecca, titolare del nido "Naturalmente Bimbi" - anche se il progetto è nato molto tempo prima, e da subito, quando abbiamo acquistato il terreno, io e la mia famiglia avevamo in mente di dotare il nido di telecamere perché mi davano l'idea della sicurezza per i bambini ma anche per gli educatori".

All'epoca, però, la legge non era ancora stata approvata e quindi "ho dovuto smontare tutto, non potevo tenere le telecamere. Adesso ho potuto rimetterle con apposita procedura con l'Inps ed è tutto in regola anche per quanto riguarda le registrazioni".

Cosa ne pensano genitori ed educatori?

"Per i primi sono una soluzione ottima, ma devo dire che anche per i secondi non ci sono problemi. Lavorano 'alla luce del sole', con la massima trasparenza, quindi perché dovrebbero opporsi? In fondo servono a tutti: se il bambino ha dei comportamenti strani o si hanno dubbi su qualche spiacevole episodio basta fare una verifica. Siamo tutti più sereni insomma".

Eppure le contestazioni ci sono.

"Forse perché per qualcuno si tratta di una lesione alla professionalità, che mette in discussione l'operato degli educatori. Non è così".

Le telecamere sono importanti, ma non solo quindi.

"Il nostro altro punto di forza è la presenza del defibrillatore. Noi educatrici seguiamo i corsi per il primo soccorso pediatrico e per l'uso del defibrillatore, aprendoli anche a genitori, nonni, zii dei bambini. È importante per tutti saper effettuare le prime manovre. Vorremmo anche far sapere che l'apparecchio è a disposizione dei cittadini di Settimo negli orari di apertura della struttura. Oltretutto siamo vicini alla fermata della metro, che invece ne è sprovvista".

Gli asili nido in Sardegna funzionano?

"Stanno prendendo piede in questi ultimi anni, anche se nell'Isola c'è in generale una carenza di servizi per l'infanzia. Fino a poco tempo fa i bambini venivano affidati ai nonni, ai parenti, ai vicini o agli amici. Oggi invece comincia a diffondersi l'idea del nido dal punto di vista anche culturale perché si è capito quanto è importante che i più piccoli frequentino posti con altri bimbi, dove ci sono figure formate per fornire loro stimoli adatti, senza sostituirsi ovviamente alla famiglia".

Perché tutti questi casi di violenza verso i minori?

"Sono episodi che ci colpiscono e ci spaventano molto. Il fatto è che è difficile trovare persone che, oltre alla laurea, sviluppino un'empatia particolare con i bambini. Questo lavoro richiede passione, bisogna sapersi divertire. Se il bimbo compie una marachella, intervengo ma devo anche saper sorridere, il suo comportamento non deve crearmi nervosismo. Invece sempre più spesso questo lavoro viene fatto per ripiego, senza amore, senza passione, da chi in realtà vorrebbe fare tutt'altro ed essere altrove".

Sabrina Schiesaro

(Unioneonline)
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