In Trexenta c'è un paese che più di tutti sta vivendo settimane difficilissime a causa del contagio da Coronavirus.

È Suelli, dove è emerso un focolaio nella casa di riposo Santa Teresa d'Avila che ha portato alla morte di 8 persone (5 all'interno della struttura, 3 in ospedale).

I contagi in paese sono arrivati in breve tempo a superare quota 50, negli ultimi giorni ci sono state però anche 10 guarigioni.

Si tratta dei primi dati confortanti dopo un periodo nero. "Il virus si arrenderà", dice il sindaco Massimiliano Garau, che sottolinea: "La popolazione di Suelli sta rispettando le regole e osservando scrupolosamente i protocolli di sicurezza".

La situazione è ancora delicata, ma si intravedono i primi spiragli di luce. "Oggi i casi sono tutti riconducibili al focolaio della casa di riposo - continua Garau -. E ci sarà tempo per trovare le responsabilità, nel caso ce ne siano state; ma nessuno è felice di essersi ammalato e non è certo una loro colpa. Oggi è il momento di rimboccarci le maniche e lottare insieme".

Appena è emerso il focolaio nella comunità alloggio, il primo cittadino aveva firmato l'ordinanza d'urgenza per "l'attivazione straordinaria ed eccezionale di un intervento di supporto e coordinamento della gestione emergenziale del focolaio Covid-19 venutosi a creare nella struttura per anziani".

È stata evitata in questo modo la chiusura totale del paese, delle attività commerciali e degli uffici pubblici. "Grazie ai comportamenti virtuosi abbiamo l'asilo, le scuole elementari e le medie aperte. La chiesa, gli uffici, le attività economiche, il mercato sono aperti", sottolinea il sindaco Garau che chiude con una frase di speranza e una nota polemica: "Per questo motivo non rinunceremo al Natale perché significherebbe rinunciare alla nuova vita che dona speranza. Chi vuole dipingere uno scenario catastrofico deve essere cosciente che sta pugnalando alle spalle un paese già ferito".
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