Nelle sedi degli uffici postali c'è un cartello: "Per essere avanti, basta fare un passo indietro. In tutti gli uffici postali diamo la precedenza alle persone con disabilità motoria e visiva , alle future mamme e ai genitori con neonati".

Per questo motivo Giuliano Cardia,73 anni, disabile costretto a muoversi con un bastone, per via di ben otto interventi alla colonna vertebrale, arrivato nell'ufficio postale di via Verdi a Quartu Sant'Elena, credeva di svolgere in fretta quello che doveva fare, per non essere costretto ad attendere a lungo e magari anche in piedi.

Ma le cose, come racconta lui stesso - "profondamente indignato e risentito" - non sono andate così.

"Non solo - spiega - mi è stato detto che avrei dovuto fare la fila come tutti gli altri, ma che la sola detenzione del bastone non poteva essere sufficiente alla credibilità della mia disabilità".

Tanto che alla fin,e amareggiato e stupito, Cardia ha persino chiamato i carabinieri.

Eppure proprio nella filiale di piazza del Carmine a Cagliari, prosegue Cardia, "mesi fa l'impiegata mi aveva detto che un regolamento interno a Poste italiane, consentiva ai portatori di handicap, di non prendere il numero tagliacoda e di poter accedere allo sportello subito dopo colui che veniva servito".

Interpellati in merito alla questione, per ora, dagli uffici di Poste Italiane non arriva nessuna replica.
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