Non si fanno attendere le reazioni politiche dopo il rinvio alla giornata di domani dello spoglio delle schede per le primarie del Pd a Quartu Sant’Elena, il Comune che ormai è diventato un vero e proprio “caso”.

Sulla vicenda interviene Giuseppina Demurtas, segretaria cittadina del partito: «Dopo reiterate segnalazioni sulla presenza ai seggi e in prossimità degli stessi di diversi consiglieri comunali che fanno parte della maggioranza al governo della città, di esponenti dell’amministrazione e di esponenti del centrodestra quartese, che accompagnavano ai seggi numerosi elettrici ed elettori – spiega -, i presidenti e i segretari dei seggi, sentita la commissione di garanzia regionale, hanno deciso di congelare lo spoglio e di rimandare la decisione sul voto quartese alla stessa commissione per le opportune decisioni. In ogni caso prenderemo atto delle decisioni della Commissione».

Le primarie, ricorda, «sono state e restano uno strumento di apertura verso l’esterno, un modo per coinvolgere e far partecipare in maniera attiva le elettrici e gli elettori che si sentono parte della comunità democratica e progressista. La presenza ai seggi e il voto organizzato da parte di esponenti di altri movimenti o partiti che fanno parte di uno schieramento politico opposto, e che nella nostra città appoggiano una amministrazione rispetto alla quale il PD è all’opposizione, fanno sorgere un grave sospetto di inquinamento che rischia di rovinare un momento importante per la vita di un partito come la scelta del segretario regionale», conclude la segretaria.

Malumori arrivano anche dal comitato elettorale di uno dei due candidati, Giuseppe Meloni (l’altro è Piero Comandini): «Portare via un'urna elettorale dal seggio è giuridicamente, oltre che politicamente, inaccettabile, ed è incredibile che la commissione regionale per il congresso (come farebbe per analogia la Prefettura) non abbia proceduto nella serata di ieri allo spoglio e ora lo rinvii addirittura a martedì pomeriggio», si legge in una nota.

«Abbiamo scritto alla commissione nazionale per il congresso perché si proceda senza ulteriori ritardi allo spoglio - chiarisce il portavoce del comitato, Alessandro Cossu -. Lo spoglio va fatto senza remore, dopodiché si possono fare tutte le verifiche e controlli come si fanno nelle elezioni ordinarie». «La nostra convinzione è che non si buttano a mare le primarie quando non vanno come piace e non si mettono in discussione per ottenere una vittoria - aggiunge Cossu -. Al contrario vanno protette e preservate come valore fondante del Pd».

Sul caso interviene poi l’altra ala popolare del partito, quella che si era tenuta fuori dalla competizione dopo la scelta di Meloni come candidato alla segreteria al posto del giovane Federico Porcu. A parlare è Cesare Moriconi, consigliere regionale, in una nota inviata dal Centro Studi Aldo Moro. «Ci spiace registrare il superamento dei limiti oltre i quali, anche in una sfida elettorale ad alta tensione competitiva come questa, non è consentito andare – sottolinea in un comunicato inviato dal Centro Studi Aldo Moro -. Dal congresso del Pd della Sardegna ci si aspettavano posizioni chiare, linee comprensibili e un messaggio politico forte. Le ragioni che ci avevano spinto ad astenerci attenevano proprio alla preoccupazione che non si erano realizzate le giuste condizioni per un congresso in grado di rispondere alle enormi aspettative di cambiamento e rinnovamento promesse».

(Unioneonline/s.s.)

© Riproduzione riservata