Ci sono impiegati, carrozzieri, meccanici, operai Enel e anche chi lavora in un'agenzia funebre. Mestieri normali, per gente normale, solo appassionati delle quattro ruote, tutto fuorché dei folli al volante, tra le centinaia di giovani che ogni venerdì affollano la zona industriale di Monastir per dare luogo a raduni con le auto che si producono in accelerate e testa coda.

Un circo "controllato" dai carabinieri che venerdì scorso hanno effettuato un blitz fra i capannoni, individuando 65 persone e ispezionando 50 autovetture. "Venerdì prossimo saremo ancora là, non facciamo nulla di male, il nostro è solo un passatempo", è la premessa di Giuseppe, un 24 enne frequentatore dei raduni motoristici di Monastir.

Un'esposizione di vetture preparate (assetto ribassato e cerchi larghi) più che altro, per mostrare le ultime decorazioni sulla carrozzeria o sentire il volume del nuovo impianto stereo. Dopo l'operazione degli uomini del capitano Pasquale Pinnelli, comandante della Compagnia di Dolianova, i ragazzi escono allo scoperto, e forniscono la loro versione su quello che, dicono, "è stato definito impropriamente un circo con gare automobilistiche e, men che meno, collegate ad un giro di scommesse". "Non facciamo nulla di male, siamo ragazzi appassionati di auto, che non amano la discoteca, e si riuniscono nella zona industriale di Monastir per il solo motivo di stare insieme, in compagnia, e condividere la passione: i nostri raduni non sono delle gare d'auto e tantomeno si scommette sulle nostre evoluzioni".

Versione che trova eco nelle parole delle forze dell'ordine. "Quella di venerdì scorso", spiega il capitano Pasquale Pinnelli, comandante della Compagnia di Dolianova, "è stata un'operazione servita a capire di cosa si trattasse, cosa fosse quell'assembramento di auto e persone nella zona industriale di Monastir, che alla gente ignara poteva sembrare chissà cosa. I controllati sono risultati persone perbene, unite dalla passione per le auto, e non abbiamo rilevato nessuna infrazione al codice della strada".
© Riproduzione riservata