Molti secoli prima delle partite di calcetto tra scapoli e ammogliati c’era la Caccia alla giovenca (“Sa cassa de s’akkixedda”), giostra equestre di origine spagnola che vedeva sfidarsi da una parte i giovani non ancora convenuti a nozze e dall’altra gli uomini sposati. Questi ultimi dovevano anche vigilare sul rispetto delle regole.

Un’antica tradizione che a Guasila verrà riproposta all’alba della vigilia di Ferragosto seguendo il copione che risale ai tempi della dominazione spagnola in Sardegna. La manifestazione si compone di diverse parti, tutte regolate da consuetudini consolidatesi nel tempo. Oggi, domenica 13 agosto, la popolazione riceve l’invito ufficiale; la tradizione lo vuole proposto da “is obredis” (ma oggi è spesso fatto dagli stessi cavalieri) che percorrendo le vie del paese a cavallo e pronunciando l’antica formula, rendono noti luogo di ritrovo e orario della caccia.

Domani mattina (lunedì 14 agosto), vigilia della festa patronale dell’Assunta, la giovenca viene liberata nelle campagne e i ragazzi celibi, a cavallo, si sfidano per riuscire ad acchiapparla con un lazo (“sa soga”), secondo ferree regole sul cui rispetto vigileranno altri cavalieri, stavolta coniugati. La giovenca dovrà essere acchiappata “a corrus limpius” (circondando con il lazo le sole corna) quando è in movimento. Il vincitore sarà insignito del simbolo della vittoria, la canna fresca a cui è legato un grande fazzoletto in seta che dovrà poi regalare alla fidanzata con l’auspicio di convolare presto a nozze ed entrare nell’età adulta. La manifestazione prosegue con la pulizia e la bardatura della giovenca: operazioni che prevedono l’utilizzo del mirto nel carro, dei limoni nelle corna, di fiori e di uno specchietto da apporre sulla fronte dell’animale con funzioni esorciste.

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