Protestano i sindaci di Gesico e Guamaggiore dopo l'incendio che ha danneggiato vastissime aree dei due Comuni, bruciando aree Sic, rimboschimenti di lecci e pini, macchia mediterranea e foraggere. L'incendio si è sviluppato domenica sera in agro di Guamaggiore. Stamattina le fiamme hanno ripreso a bruciare facendo altri danni, sino al primo pomeriggio. Propri oggi sono stati utilizzati anche due Canadair. In azione anche forestali e associazioni varie e alcuni elicotteri.  

Tutto è iniziato domenica sera nelle campagne di Guamaggiore col fuoco che ha raggiunto anche il confinante territorio di Gesico. «L'allarme - dice il sindaco di Guamaggiore Nello Cappai - è stato immediato ma qualcosa non ha funzionato. Non c'è stata immediatezza nell'intervento col fuoco che ha ripreso a bruciare nella mattinata di oggi, quando tutti pensavano che era stato spento. Ora ne paghiamo le conseguenze. I danni sono ingenti».

Protesta anche il sindaco di Gesico Terenzio Schirru: «Stamattina le fiamme hanno ripreso a bruciare facendo altri danni. Un inferno. Sono andati a fuoco almeno trenta ettari di rimboschimento di lecci e pini, oltre le foraggere. Il Monte San Mauro è stato ridotto in cenere con i suoi trenta ettari di rimboschimento. Un’immagine spettrale, uno scempio. Oggi il fuoco è stato spento verso le 14. Restano i danni. Ma a preoccuparci – ha aggiunto Schirru - è anche la situazione di pericolo lunghe le strade provinciali che portano a Gesico da Villamar e dalla statale 128: le erbacce a secco ricoprono ancora le cunette con una situazione di grave pericolo».

© Riproduzione riservata