Burcei ricorderà mercoledì 15 marzo, in mattinata, Isidoro Frigau, il soldatino eroe ucciso a vent'anni dai fascisiti dopo l'armistizio. 

Per onorarne la Memoria la Sezione ANPI di Burcei poserà una pietra d’inciampo in paese, in Piazza Repubblica.

Alcuni anni fa al soldatino era stato intitolato il Belvedere del paese

Nato nel 1923, Frigau è morto a Succisa (Pontremoli), in provincia di Massa, il 15 marzo del 1944. È stato insignito della medaglia d’argento alla memoria con Decreto del Presidente della Repubblica il 25 settembre del 1989.

Frigau, partigiano, faceva il pastore prima di indossare la divisa. Era figlio di Raffaele Frigau, ugualmente pastore, e della casalinga Marcella Frigau. 

Nel decreto del Presidente della Repubblica che gli conferiva la medaglia d’argento, è scritto che Frigau «era partito da Burcei, comune di montagna della provincia di Cagliari, che all’epoca contava poco più di duemila abitanti. Inquadrato nell’esercito, dopo la firma dell’Armistizio, l’8 settembre 1943, il giovane (nome di battaglia 'Pisu') assieme ad altri commilitoni sardi aveva scelto di restare e combattere tedeschi e fascisti. Rimasto ferito, il partigiano sardo era riuscito a colpire il nemico prima di essere ucciso».

Nello scontro a fuoco – come ricorda Marco Sini, appassionato studioso del movimento partigiano ed ex sindaco di Monserrato – persero la vita altri due partigiani del Battaglione “Guido Picelli”: Fermo Ognibene, il comandante “Alberto” e Remo Moscatelli, “Remo”. Proprio Il battaglione "Guido Picelli" è stato tra le prime formazioni partigiane dell’Appennino, formato da giovani della zona e da altri militari italiani, dopo l'armistizio dell’8 settembre. Con loro, anche i sardi Isidoro Frigau e Giuseppe Casula.

«Mercoledì – dice la presidente della Sezione partigiani di Burcei, Maria Caterina Scuda – ricorderemo Isidoro Frigau con la posa della pietra d'inciampo. Una figura straordinaria: lasciò Burcei da ragazzino, non è mai tornato. È caduto da eroe».

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