Rimarrà in cella Antonio (detto Tonino) Marci, il 63enne sardo arrestato dai carabinieri di Alessandria con l'accusa di detenzione di materiale pedopornografico.

Il giudice ieri mattina ne ha convalidato la misura cautelare del carcere ma l'inchiesta ora rischia di allargarsi: a carico di Marci ci sono infatti pesanti elementi che dimostrano come l'uomo abbia per almeno trent'anni violentato dei ragazzini, "e ad adescarli era diventato bravissimo", spiega il tenente colonnello Giuseppe Di Fonzo.

Il 63enne, nato a Villasimius (Cagliari), disoccupato e incensurato, è finito nel mirino dei militari dopo le rivelazioni da parte di un uomo, che da bambino sarebbe stato abusato da Marci: lo ha incontrato in un bar, lo ha seguito all'esterno e lo ha visto in compagnia di un ragazzino mentre si allontanava su un'auto, "e ha deciso che non poteva chiudere gli occhi e far finta di niente".

Cos'è successo dopo?

"Ci ha contattato e ha raccontato, in lacrime, quanto aveva vissuto. Siamo intervenuti, non potevamo aspettare oltre, e abbiamo ottenuto un decreto di perquisizione nella sua abitazione".

Cosa avete trovato?

"Ad aprirci la porta è stato proprio un bambino, vestito di tutto punto, mentre l'uomo era in bagno, con la porta aperta, seduto sul water; indosso aveva solo una maglietta, e in mano teneva la biancheria intima. Nell'appartamento c'erano migliaia di videocassette e foto a sfondo pedopornografico, con protagonisti lui stesso e tantissimi bambini con i quali compiva atti sessuali, immagini che non lasciano dubbi sulle violenze".

Cosa succederà ora a Marci?

"Al momento resta in carcere, ci vorrà del tempo per visionare tutto il materiale trovato in casa; per quanto riguarda le accuse di violenza sui minori la competenza passerà a Torino".
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