Sapete quanti sono i sardi che lavorano nell'Industria? Meno di 50mila, contro i 75mila di 12 anni fa. L'8,8% del totale degli occupati. Come negli anni '60, quelli della preindustrializzazione, certifica l'ufficio studi della Cisl. Significa che si è chiuso un ciclo e si è tornati al punto di partenza.

È l'ennesima conferma che il modello di sviluppo che era stato scelto è fallito e non ci sono, per ora, sufficienti alternative valide.

DISOCCUPAZIONE DA PAURA - Se così non fosse il tasso di disoccupazione generale non sarebbe del 31%: un dato ottenuto sommando chi non trova lavoro (il 17,3%) e chi non lo cerca ma lo accetterebbe se gli capitasse.

E se così non fosse il tasso di disoccupazione giovanile non sarebbe al 56% e oltre 7 mila persone all'anno non emigrerebbero per cercare lavoro. E forse non esisterebbero così tanti Neet, acronimo inglese di "Not engaged in education, employment or training" che identifica una persona tra 15 e 29 anni non impegnata nello studio, nel lavoro o nella formazione. Nell'Isola sono il 30,5%, una delle percentuali più alte d'Italia, lontana anni luce dalle medie europee.

IL PREZZO DEL NON FAR NULLA - Una generazione (dis)persa che costa alle casse pubbliche sarde e statali 1,7 miliardi di euro all'anno, secondo una stima del Sardinian socio-economic observatory.

La Sardegna, sotto questo aspetto, è quartultima in Italia. Solo Campania (36,3 per cento), Calabria (38 per cento) e Sicilia (40,3 per cento) hanno una performance peggiore. E la media italiana è ferma al 26,2 per cento. In Sardegna il numero di chi non cerca lavoro e non studia è aumentato di quasi 9 punti dal 2010 a oggi.

L'incidenza maggiore nel Medio Campidano (39 per cento), quella minore in provincia di Oristano (27,4 per cento).

POCA ISTRUZIONE - Del resto, come ha certificato il Crenos, abbiamo uno dei più bassi livelli di istruzione d'Italia. I residenti in possesso di diploma di istruzione secondaria superiore e qualifica professionale sono il 29,4% contro una media nazionale del 35,6%; il tasso di dispersione scolastica è del 23,5%, più del doppio del tetto indicato dall'Europa e il tasso dei laureati è dell'11,3% mentre l'obiettivo europeo è del 40%.

Il tasso di occupazione è del 50,3%: in termini assoluti significa che lavorano 562mila persone su una popolazione di 1.663.286 residenti (45.079 stranieri) mentre non lavorano in 253 mila.

STIPENDI BASSI - È in questo quadro che la Sardegna oggi celebra la Festa del lavoro. Un lavoro che non c'è e quando c'è rende poco.

Secondo i dati diffusi sabato dall'Osservatorio statistico dei consulenti del lavoro, le retribuzioni in Sardegna sono più basse della media; nel Medio Campidano lo stipendio netto mensile è mediamente di 1.279 euro, a Cagliari 1.258, a Oristano 1,216, a Sassari 1.185, a Carbonia-Iglesias 1.171, a Nuoro 1.121, a Olbia-Tempio 1.099, in Ogliastra, terzultima in Italia, 1.087 euro.

A Bolzano, città più ricca del Paese, la busta paga media è di 1.476 euro. Se si analizza il Pil pro capite, il Gap con la media italiana è ancora più ampio: quello sardo è di 18.539 euro, quello nazionale 25.586 euro.
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