Nelle campagne sarde la rabbia è sul punto di esplodere. Ancora. I pastori non ne possono più: premi promessi e mai arrivati, emergenze sempre più gravi e la Regione che, invece di tendere una mano, sembra voltare le spalle.

«È una situazione insostenibile, la disperazione nelle aziende è tangibile», denuncia Gianuario Falchi, uno dei portavoce del movimento Pastori Senza Bandiera, che annuncia un’assemblea decisiva il 15 marzo alle 10.30 a Tramatza per discutere di tutti i problemi che affliggono il comparto.

Ma al centro della protesta c’è un sistema di aiuti che non funziona: «I premi che sarebbero dovuti arrivare a novembre ancora non si vedono. Abbiamo aspettato fino a ora e ancora niente. Con emergenze come la lingua blu e la siccità, avrebbero dovuto anticiparli, invece tutto tace», accusa Falchi. 

Per i pastori le promesse di un cambio di rotta rispetto alla precedente Giunta regionale si sono rivelate un’illusione: «Non solo il passo non è cambiato, ma è pure peggiorato», sottolinea uno dei leader del movimento. Intanto, mentre i soldi tardano ad arrivare, le scadenze aziendali non perdonano: «I pagamenti fissi arrivano puntuali, ma con questa crisi è quasi impossibile sostenerli».

L’assemblea di Tramatza sarà dunque importante perché il mondo delle campagne deciderà  insieme il da farsi: «Siamo esasperati, la pazienza è finita. E una mobilitazione massiccia non è affatto da escludere».

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