Ancora non si conosce il movente dell'attentato contro la casa del sindaco di Ottana, compiuto il 24 settembre scorso, né se le tre persone arrestate ieri sera, individuate anche grazie a una telecamera posizionata vicino al municipio, abbiano agito per conto terzi. La svolta nelle indagini è venuta grazie ad alcuni fotogrammi della videoripresa: a collocare l'ordigno che è poi esploso davanti alla sede dei Servizi sociali sarebbe stato Yuri Sedda, di 23 anni, di Ottana. Il giovane poco dopo nella stessa notte era incappato in un posto di blocco dei militari - ha spiegato in una conferenza stampa il comandante provinciale dei carabinieri, col. Vincenzo Bono - ma non gli era stato trovato nulla. Attraverso successive indagini i controlli si sono estesi anche nell'oristanese e nel sassarese e hanno portato, grazie alle intercettazioni, a individuare quale presunto responsabile anche lo zio del giovane, Maurizio Sedda, di 42, e Giampietro Argiolas, di 38. Sarebbe stato quest'ultimo, ha aggiunto il comandante dell'Arma della Compagnia di Ottana, Antonio Parillo, a esplodere le tre fucilate contro la casa del sindaco.

GLI ARRESTI. Le manette sono arrivate mentre zio e nipote di Ottana erano in casa per la cena, come l'amico di Silanus. Sono finiti in carcere Maurizio Sedda, 42 anni di Ottana, il nipote Yuri Sedda di 23 e Giampietro Argiolas, 38 anni, residente a Silanus, in passato coinvolto nella sanguinosa faida di Noragugume da cui è stato poi assolto.

I tre fermi sono scattati intorno alle 20,30 di ieri quando i carabinieri del comando provinciale di Nuoro si sono presentati nelle abitazioni dei tre per eseguire il provvedimento della Procura della Repubblica.

GLI ARRESTATI. Secondo la ricostruzione degli investigatori Giampietro Argiolas avrebbe sparato alla casa di via Boeddu, dove il sindaco ora dimissionario Giampaolo Marras vive con la moglie Maria Grazia e i due figli: una di quattro anni, l'altro di tre mesi. Il curriculum criminale di Argiolas è di tutto rispetto: è stato accusato di essere il mandante dell'omicidio di Antonello Nieddu, una delle tante croci della faida di Noragugume, poi definitivamente assolto, è finito in carcere per una rapina all'inceneritore di Tossilo e un'altra al distributore di benzina di Borore.

IL FATTO. La notte del 24 settembre scorso avrebbe fatto partire le tre fucilate a pallettoni che hanno centrato le finestre del sindaco scatenando una pioggia di piombo e una cappa di terrore nella casa. Cinque minuti prima, all'una meno venti, Yuri Sedda - secondo l'accusa - avrebbe collocato la bomba nell'edificio accanto al municipio, sede storica dell'Eis, devastando l'ingresso e gli uffici.
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