«Tra i tanti posti in Europa dove sarei voluto essere il 23 agosto, quello era l’ultimo (dopo la poltrona del dentista e la coda sulla 554)». Il luogo è l’aula  del Municipio di Selargius. A dirsi contento di non esserci stato è Francesco Agus, capogruppo dei Progressisti in Consiglio regionale. Perché lì quel giorno, con la benedizione del sindaco Gigi Concu, era presente il generale Roberto Vannacci per una riunione con sostenitori suoi e della Lega. Agus, all’annuncio dell’evento, aveva criticato l’opportunità di concedere un’aula consiliare per un incontro di matrice politica. E il vicesegretario del Carroccio, davanti al suo uditorio, lo aveva attaccato, chiedendosi se fosse tra il pubblico. Per poi puntare il fuoco sugli animalisti, che lo avevano colpevolizzato per un foto con una cernia scattata a Costa Rei.

Agus è appena rientrato dalle vacanze: «Nelle ultime settimane ho cercato di stare lontano dai social e ho spento spesso il telefono: periodo detox», spiega. «Finché, un giorno, ho iniziato a ricevere messaggi di solidarietà: “siamo con te”, “forza e coraggio”, “non mollare”». Glielo scrivevano dopo l’attacco di Vannacci. 

«Un “politico nazionale”, aprendo un comizio a Selargius in pieno agosto, ha ritenuto fondamentale chiedersi ironicamente se fossi presente in sala», spiega, senza nominare l’avversario. 

Il motivo di tanto interesse, prosegue il consigliere regionale, «è presto detto: pochi giorni prima, rispondendo alla domanda di una giornalista, avevo definito inopportuno il fatto che un’iniziativa di partito si tenesse nell’aula del consiglio comunale. E avevo aggiunto di non avere alcuna pretesa di spiegare a uno come Vannacci il senso delle istituzioni: sarebbe stato inutile quanto parlare di dieta vegetariana con Hannibal Lecter».

E mica «mi ero sbagliato: a Selargius Lecter ha confermato di preferire il fegato col Chianti all’insalata. E di considerare la terzietà delle istituzioni poco più di una barzelletta, provando pure a esporre chi lo aveva fatto notare a una gogna estiva davanti al suo fan club. E che altro potevamo aspettarci?», si chiede Agus. 

La vera preoccupazione, sottolinea, «è per un dibattito politico scaduto a un livello becero, privo di intelligenza e di alcun costrutto. Non resta che fare di tutto per non confondersi con chi scambia il microfono per un megafono da stadio». 

(Unioneonline/E.Fr.)

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