Una lite, forse l’ennesima, al culmine della quale Giancarlo Fonsatti, detto Renato, ha afferrato un grosso coltello da cucina, infierendo sette volte contro lo zio, Paolo Fonsatti, ex sottufficiale dell’Esercito di 73 anni, fino a ucciderlo.

E’ la ricostruzione dell’omicidio di Arborea, per il quale Fonsatti junior, 55 anni, si è assunto ogni responsabilità di fronte agli inquirenti, coordinati dal procuratore di Oristano Ezio Domenico Basso e dalla pm Silvia Mascia.

Giancarlo Fonsatti aveva inizialmente sostenuto la versione di un raid condotto nell’abitazione dello zio da due rapinatori, durante il quale l’ex militare – questo il suo primo racconto - era stato ucciso e lui ferito a una mano.

Dopo l’allarme, lanciato proprio dal 55enne, Giancarlo Fonsatti era stato ricoverato al Brotzu di Cagliari, piantonato dai carabinieri. Ma dai sopralluoghi dei Ris nella casa alle porte di Arborea era piano piano emersa un’altra verità: nessuna impronta sospetta, se non quella di zio e nipote. E così gli investigatori hanno presto iniziato a sospettare del 55enne, mettendolo sotto indagine per omicidio volontario. 

Negli interrogatori, “Renato” non ha risposto a tutte le domande. Ha però ammesso la sua responsabilità, permettendo anche ai carabinieri di ritrovare l’arma del delitto, che dopo aver colpito a morte lo zio aveva gettato in un canale a Santa Giusta. 

Ora gli investigatori lavorano per chiarire ogni aspetto della tragica vicenda, a cominciare dal movente. Da quanto si apprende, nonostante il riserbo, la pista seguita è quella delle continue richieste di denaro del 55enne al parente in pensione. Di fronte a un rifiuto, la situazione sarebbe degenerata, sfociando in omicidio. 

Nel frattempo, l’indagato è stato dimesso dall’ospedale e trasferito nel carcere di Uta, mentre Arborea si prepara a dare l’ultimo saluto a Paolo Fonsatti, durante i funerali che verranno celebrati proprio nel Comune in provincia di Oristano, nella chiesa del Santissimo Redentore.

(Unioneonline/l.f.)

© Riproduzione riservata