Le restrizioni di uso dell’acqua e le trivelle in azione a San Leonardo infiammano il dibattito in consiglio comunale. Solo qualche giorno fa il sindaco Diego Loi ha emesso ordinanza che vieta usi diversi come lavaggio auto, irrigare prati, giardini etc. L’acqua inizia a scarseggiare e per preservare la risorsa primaria il primo cittadino ha consentito l’uso esclusivamente per il consumo umano e per l’igiene personale. Poi ha avviato la perforazione nel sottosuolo di San Leonardo per individuare e captare altra acqua necessaria per la borgata e per Santu Lussurgiu.

Al capogruppo di opposizione Giovanni Matta però non tornano diversi punti della faccenda: «le restrizioni imposte valgono per tutti?», chiede caustico. «A noi risulta che all’impianto di imbottigliamento diversi anni fa furono imposti dei vincoli che prevedevano la restituzione alla comunità di una quota extra dell’acqua emunta dai loro pozzi. Per ottenere ciò è stata realizzata una cisterna in cemento, un impianto di pompaggio, ed infine una conduttura per portare l’acqua al deposito di San Leonardo. È stato chiesto alla proprietà dello stabilimento di ottemperare a tale impegno? Prima delle restrizioni sarebbe stato il caso di farlo».

Sulle nuove perforazioni a San Leonardo Matta incalza: «un pozzetto è stato già realizzato però non si capisce su quali basi e con quali criteri scientifici si è trivellato proprio in quel punto. Come comitato della difesa delle acque di San Leonardo siamo in possesso di una relazione vergata a due mani da Roberto Chetoni e Luigi Maccioni, idrogeologi esperti che sconsigliavano di trivellare ulteriormente a ridosso della falda di San Leonardo. A quanto pare si è voluto ignorare quel documento del 2022, procedendo con la realizzazione di un nuovo pozzo, per cui sarà interessante scoprire quali risultati ha prodotto e con quali effetti».
Il sindaco Loi: «stiamo verificando e analizzando tutti i dati in nostro possesso e risponderemo appena avremo quadro complessivo della questione». 

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