Prima la chiusura del bar, quindi la tabaccheria, il market ed ora anche la chiesa parrocchiale di San Quirico, borgata agricola alle porte di Oristano. La chiesa, chiusa da oltre 4 anni, rischia anche di crollare a causa delle precarie condizioni del tetto. Dopo la rottura di alcuni vetri i banchi ed il pavimento sono ricoperti da escrementi di piccione.

I residenti hanno lanciato un appello alle autorità per salvare sia la chiesa che la casa parrocchiale.

Una catena chiudeva la porta, ora sfondata, sul retro della chiesa ed è anche accessibile ai vandali. A prendere la decisione di chiudere la chiesa è stato l'attuale parroco di Palmas Arborea don Fabio Brundu.

L'altare e il crocifisso (foto E. Sanna)
L'altare e il crocifisso (foto E. Sanna)
L'altare e il crocifisso (foto E. Sanna)

Sia la chiesa che la casa parrocchiale sono state dichiarate inagibili dai tecnici della Curia ed interdette al culto con un decreto dell'Arcivescovo. Il restauro non può essere finanziato dalla Cei perché, oltre ad avere meno di 80 anni, la proprietà legale delle strutture è della Regione.

Per l'ex parroco don Tonino Zedda la chiesa è a rischio senza adeguati interventi di manutenzione. In pericolo anche il bellissimo crocifisso, realizzato negli anni 50 che racconta la storia della borgata. Il nuovo arcivescovo Roberto Cadoni ha chiesto al sindaco di Oristano un interessamento presso la Regione per valutare gli interventi possibili, ed ha annunciato una imminente visita nella borgata. "Realizzeremo gli interventi per la borgata, una pensilina per il bus e la sistemazione delle strade - dice il sindaco Andrea Lutzu - per la chiesa chiederò l'intervento del presidente della Regione".
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