Nuova vita al monastero di via Lamarmora di Oristano.

Le suore di clausura "Serve del Signore e della Vergine di Matarà" della famiglia religiosa del Verbo incarnato a breve si trasferiranno nel convento settecentesco che per tre secoli ha ospitato le Cappuccine.

E, con le nuove ospiti, diventerà un monastero cosmopolita perché le cinque monache arrivano da Brasile, Argentina ed Egitto.

Sono arrivate in città poco prima di Pasqua e durante la Settimana Santa non sono passate inosservate, con i visi sorridenti e quell'azzurro dell'abito che dà un tocco di vitalità e gioia.

"I colori non sono casuali – spiega la madre superiora Maria dell’Armonia – il blu indica il cielo e quindi la divinità di Gesù, mentre il grigio indica la terra e l’umanità di Dio".

La congregazione, nata in Argentina nel 1984, oggi conta in tutto il mondo quattordici monasteri di suore di clausura a cui si aggiunge quello oristanese che "sarà intitolato alla Madonna di Bonaria e alla Beata Antonia Mesina", ricorda.

In attesa che vengano ultimate le pratiche burocratiche e alcuni dettagli nel monastero, Madre Armonia insieme alle consorelle Maria Humilis Corde, Maria Trifuza, Serva Purissima, Maria Noeva Eva sono ospitate in seminario e in questi giorni hanno avuto la possibilità di visitare la città ma anche altre zone della Sardegna.

Le monache faranno vita contemplativa, una quotidianità scandita da ritmi precisi: sveglia alle cinque, ritiro nella propria cella per un momento di raccoglimento, poi le varie faccende e altre preghiere.

Tutto in rigoroso silenzio: possono parlare solo due ore al giorno durante il pranzo e la cena.

"Può sembrare strano ma noi parliamo con Dio, vogliamo vivere per lui e c’è bisogno di intimità", aggiunge.

Il telefono, le mail, whatsapp possono esser usati solo una ora alla settimana.
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