Parere negativo anche dalla Confederazione Nazionale Artigiani (CNA) di Oristano circa il progetto presentato nelle scorse settimane da Sorgenia Renowables, che mira a mettere in funzione nei territori dei comuni di Seneghe e Narbolia, in provincia di Oristano, un parco eolico con l’installazione di ben 9 torri alte, nel complesso, fino a 200 metri.

Il progetto del parco eolico, «andrebbe ad incastrarsi in un contesto ambientale e sociale strutturato da decenni di tutela del territorio e del patrimonio ambientale – precisano da CNA – che, le amministrazioni locali e le comunità del luogo, hanno scientemente scelto di preservare».

Di fatto, il territorio dove è prevista la realizzazione del progetto, di competenza dei comuni di Seneghe e Narbolia, posto sul versante occidentale della Sardegna che dalle falde del Montiferru digrada fino al mare, subirebbe dalla presenza di queste gigantesche torri eoliche «un impatto ambientale devastante, qualora il programma dovesse avere un seguito. Le installazioni, posizionate sulle alture di fronte alle coste, alte sino a 200 metri sarebbero visibili da grandissime distanze dal mare e verso l’interno, con un forte impatto ambientale sul territorio».

«Da oltre quarant’anni – prosegue ancora CNA –  le amministrazioni locali, con l’appoggio e l’opera delle comunità, si impegnano nel preservare la natura, il paesaggio e l’ambiente di questo territorio, proteggendolo dal cemento e da forme di sfruttamento economico che, probabilmente, avrebbero anche potuto creare importanti opportunità di reddito, come accaduto altrove. Ciononostante, da decenni si è volutamente scelto di conservare un ecosistema naturale, in cui si innesta istintivamente il patrimonio agricolo di questa autentica area naturale della Sardegna. Ma tutto questo verrebbe irrimediabilmente depauperato dalla installazione di questi 9 titani, che nulla lasceranno in cambio del loro impatto se non un’irrimediabile danno al paesaggio».

L’ALTERNATIVA – La CNA già da tempo si è attivata per dare risposte in merito alla produzione energetica da fonti rinnovabili, proponendo una «valida alternativa tramite il progetto presentato al governo nazionale, che prevede lo sfruttamento del patrimonio edile già esistente, favorendo l’installazione sugli stabilimenti industriali ed agricoli di impianti di produzione fotovoltaici con accumulo. Il progetto, presentato anche alla Regione  Sardegna da parte degli organi locali dell’associazione, si è spinto fino a proporre l’istituzione di un credito d’imposta del 50%, per incentivare maggiormente l’installazione sulle coperture dei capannoni industriali ed agricoli di impianti di produzione fotovoltaici con accumulo, che permetterebbe alle imprese di avere una certa autonomia energetica utilizzando in loco l’energia prodotta e nell'ipotesi rilasciando in rete il surplus eventualmente non consumato con beneficio per la collettività».

Per dare maggior rilievo alla proposta presentata alla Regione Sardegna, la CNA si è impegnata anche nell’individuare le risorse necessarie per finanziare il progetto, trovandone l’eventuale copertura finanziaria nei 75 milioni dedicati alle energie rinnovabili a disposizione della Regione, da utilizzare nei prossimi tre anni.

Questa – concludono – «potrebbe essere una soluzione importante che garantirebbe autonomia energetica e risorse alle imprese con un impatto ambientale prossimo allo zero, senza l’ingombrante presenza di multinazionali che molto avrebbero da guadagnare con le lo loro soluzioni ma nulla da lasciare in cambio».

(Unioneonline/v.l.)

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