Nuova presa di posizione contro il progetto industriale presentato dalla società Sorgenia Renewables srl, che prevede la realizzazione di un nuovo parco eolico alle pendici del Montiferru.

Un impianto da installare nei comuni di Seneghe e Narbolia, ma che interesserà anche i comuni di San Vero Milis, Zeddiani, Siamaggiore e Solarussa per quanto riguarda le opere di collegamento, trasformazione e viabilità.

Dopo la discesa in campo dell’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG), che ha già presentato sabato 3 settembre un atto di intervento nel procedimento di valutazione d’impatto ambientale, ora a schierarsi contro il nuovo parco è Italia Nostra Sardegna, che ha presentato «motivate osservazioni» chiedendo che la Commissione Tecnica del Ministero dell’Ambiente rilasci parere negativo al progetto industriale.

Prevista la installazione di 9 aerogeneratori dell’altezza di 210 mt, in grado di spazzare una superficie aerea di 2,7 ettari ciascuno. La realizzazione di un impianto simile, precisano da Italia Nostra, comporta una sottrazione significativa di risorse al territorio. Risorse materiali, che impattano su percorsi di penetrazione, muretti a secco, tracce dell'edificato storico, e risorse immateriali, direttamente collegabili al consumo del suolo e ad un suo sfruttamento svincolato da una strategia di sviluppo locale partecipato e sostenibile.

Il primo e maggiore fattore di criticità, spiegano da Italia Nostra, «riguarda l'estensione e la dimensione dell'opera, nonché la sua “durata”». Inoltre «l'improponibile – per quei luoghi – altezza delle pale innesca un gigantismo sproporzionato che scardina i rapporti percettivi del vasto compendio caratterizzato dalle colline e montagne del Montiferru e del Sinis, aree già gravate peraltro dalla presenza di numerosi altri parchi eolici e fotovoltaici».

«La nostra Associazione – aggiungono da Italia Nostra – ritiene che l'attuazione della transizione energetica in Sardegna richieda una politica in grado di valorizzare e supportare le iniziative delle comunità e dei cittadini autoproduttori», «accompagnare e sostenere la loro azione» favorendo «lo sviluppo di un ecosistema dell'innovazione rispettoso delle comunità locali».

Impianti industriali come quello proposto «rappresentano un freno a tale auspicato percorso. La vocazione agricola, nella sua ricaduta paesaggistica, sociale e culturale costituisce il carattere peculiare dell'area oggetto di intervento, e ne definisce anche la prospettiva di sviluppo in riferimento alle produzioni eno-agro alimentari di pregio e alle attività che da tale settore deriverebbero come indotto diretto o indiretto: servizi, produzione alimentare, turismo etc».

(Unioneonline/v.l.)

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