Un quarantanovenne di Oristano rischia una condanna a 13 anni e 9 mesi per maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale.

Oggi, davanti al collegio dei giudici (presidente Carla Altieri, a altere Elisa Marras e Serena Corrias), il pm Valerio Bagattini ha ricostruito una vicenda maltrattamenti andata avanti per oltre dieci anni. Un contesto di difficoltà e tensioni familiari che culminavano sempre allo stesso modo come emerso durante il dibattimento con la ricostruzione fatta dall'ispettore di polizia Giovanni Mura (che aveva svolto le indagini) e con le testimonianze delle vittime.

Le figlie, 24 e 20 anni, hanno dipinto il padre come una persona cattiva che le picchiava per futili motivi. Erano quasi abituate alle botte ma ciò che faceva davvero male erano gli sputi in faccia alla madre, quelle umiliazioni continue. Gli episodi sono stati tanti come quando a Capodanno 2016 il padre durante una delle tante liti afferrò una delle figlie al collo e solo l'intervento della mamma evitò il peggio. Un'altra volta la sorella maggiore cercò di separare il padre dall'altra figlia e rimediò un calcio al collo.

Il pm ha insistito sulla totale sottomissione psicologica della ex moglie, costretta ad avere rapporti sessuali. Infine un altro episodio eclatante c'è stato quattro anni fa quando l'uomo inscenò il tentativo di suicidio appendendo un cappio a un albero. In realtà era solo un modo per tenere in pugno la donna, per farle sentire sensi di colpa. L'avvocato di parte civile Francesco Pilloni ha insistito sulle forti sofferenze, ricordando che tutti i testimoni hanno confermato i maltrattamenti in famiglia.

Nessun dubbio nemmeno sugli abusi sessuali, vissuti dalla donna come ennesima violenza. Il legale ha chiesto una provvisionale di 40 mila euro per la ex moglie, di 30 mila per ognuna delle due figlie, oltre al risarcimento danni e alle spese legali. Il difensore Alessandra Boi ha invece sollecitato l'assoluzione sostenendo che qualche episodio c'è stato ma si è trattato di fatti lontani nel tempo, non ci sarebbe stata continuità. Il processo è stato rinviato al prossimo 23 marzo per la sentenza.
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