Frode, evasione fiscale, fatture false e irregolarità amministrative. Sono queste le accuse mosse dalla Guardia di finanza di Oristano all'imprenditore cinese titolare del "Brico Sardegna" di via Cagliari.

Le Fiamme Gialle nel corso dell'operazione "biaoyan" (messinscena), hanno sequestrato l'azienda, i beni e il denaro dell'imprenditore per un valore di oltre 2 milioni e mezzo.

Il tribunale di Oristano, su richiesta della procura della Repubblica, ha disposto inoltre il contestuale affidamento dell'impresa ad un amministratore giudiziario. Il blitz delle Fiamme Gialle - con trenta militari diretti dal tenente colonnello Pasquale Pellecchia, comandante della Tributaria, e coadiuvati dai vigili del fuoco e dagli agenti della Questura - coordinato dalla procura della Repubblica di Oristano, è scattato alle otto.

Le indagini erano partite nel 2016 nei confronti della società "Il paradiso dello shopping", al termine della quale la rappresentante legale dell'azienda, una nipote dell'imprenditore e sua prestanome, era stata condannata con sentenza definitiva per il reato di frode fiscale. Aveva evaso tasse per quasi 3 milioni di euro.

Gli ulteriori accertamenti hanno ora fatto luce sull'attività della società in questi anni. L'uomo, rispetto ai redditi dichiarati, dispone di un cospicuo patrimonio personale in Cina. Per la Guardia di finanza avrebbe frodato il Fisco italiano con un sistema, tanto semplice ma efficace: per abbattere il reddito e minimizzare o evitare la tassazione, ha contabilizzato sistematicamente (e inserito nelle dichiarazioni dei redditi) centinaia di fatture false anche "fatte in casa" per attestare acquisti fasulli e gonfiando le spese aziendali.

Al termine dell'attività di polizia giudiziaria, su richiesta del gip, è stata disposta la confisca dei beni personali per oltre 2.5 milioni di euro e il sequestro preventivo dell'azienda al fine di impedire la reiterazione del reato di evasione fiscale. L'imprenditore non potrà lasciare il territorio nazionale senza l'autorizzazione del giudice.
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