Andrea Giuntoli resta in carcere. Questa la decisione del Tribunale del riesame per il 43enne accusato dell’omicidio di Francesco Salis, il muratore ucciso con una fucilata la notte del 9 agosto scorso a Santa Giusta.

L’inchiesta intanto va avanti e venerdì ci sarà un altro importante passaggio: alle 12 sarà conferito l’incarico alla consulente Emanuela Locci per gli esami tossicologici sui campioni biologici prelevati dal corpo di Salis durante l'autopsia e verificare il tasso alcolemico e l’eventuale assunzione di stupefacenti nelle ore precedenti la morte.

La Procura infatti ha accolto la richiesta presentata nei giorni scorsi dall’avvocato Patrizio Rovelli, che assiste Giuntoli, per avere ulteriori elementi e chiarire ogni aspetto della vicenda. Si attendono inoltre anche gli esiti degli accertamenti sui telefoni cellulari e sull’auto utilizzata dall’operaio, subito dopo l’omicidio, per rientrare nella sua abitazione dove poi era stato rintracciato dai carabinieri.

Secondo una ricostruzione dei militari, Giuntoli e Salis avevano trascorso la serata in un bar del centro poi ci sarebbe stata una parola di troppo, pare un apprezzamento a una nipote di Salis. Quindi l’incontro in via Dante, dove Salis si sarebbe presentato con un altro uomo (c’erano anche la nipote e un’amica) impugnando una roncola. A quel punto Giuntoli in un estremo tentativo di difendersi avrebbe esploso la fucilata fatale. Per la difesa si tratterebbe di legittima difesa; la famiglia di Salis è assistita dall’avvocato Fabio Costa. 

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