Paolo Palumbo presenterà una denuncia contro chi nelle ultime settimane ha messo in piedi sui social una pesante campagna di odio e diffamazione nei suoi confronti. Il ventunenne, malato di Sla, non si arrende ed è deciso ad andare fino in fondo.

"La polizia postale è venuta a casa e gli agenti hanno mostrato grandissima attenzione per quanto è successo. Mi hanno dato preziosi consigli su come difendermi da simili attacchi", racconta Paolo.

Da parte della famiglia non è stato fatto alcun nome, ma i vari messaggi sono stati tutti salvati e ora finiranno all’interno di una denuncia su cui lavoreranno le forze dell’ordine.

"Consiglierei a queste persone di cambiare obiettivo nella vita – dice Paolo – dovrebbero fare qualcosa che le nobiliti, non che le renda indegne di essere definiti persone".

Gli insulti sono arrivati da poche persone, tra loro anche qualche altro malato e parenti di persone che lottano contro la Sla. "Sono sempre le stesse persone che provocano e attaccano – va avanti – sono come un disco graffiato che si incanta. Per fortuna però sono state molto più numerose le persone che mi hanno mostrato solidarietà e vicinanza."

E Paolo in queste ore è sommerso dall’affetto e dall’incoraggiamento di tante persone che sostengono la sua battaglia alla vigilia della partenza per Gerusalemme.

"Per me domani non è scontato – ammette Paolo - le uniche cose che ho sono il mio presente e i bei ricordi. Questi continueranno ad esserci e daranno un senso alla mia vita, mentre le aggressioni saranno spazzate via dal tempo".

Va avanti intanto la raccolta fondi per sostenere le spese per la terapia (circa 900mila euro all’anno): in tre settimane sulla piattaforma http://gofundme.com/aiutiamo-paolo sono stati raccolti circa 134mila euro. Proprio questa sera un generosissimo contributo di 15mila euro da parte di un donatore anonimo.
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