«È davvero ingeneroso e offensivo affermare che il sindaco di Mogoro si disinteressa dei suoi concittadini, accusandolo che non  facendo una nuova graduatoria per l'assegnazione di case popolari verrebbe meno nella tutela dei  diritti degli amministrati».

Così il sindaco di Mogoro Donato Cau  rispondendo alle accuse mosse nei suoi confronti da alcuni cittadini, che nei giorni scorsi hanno firmato una lettera inviata a UnioneSarda.it lamentando la «mancanza di graduatorie per le case popolari» e una «situazione che danneggia chi si trova in condizioni di maggiore vulnerabilità economica».

«Ho ricevuto più volte queste persone – spiega il sindaco -  dicendo loro i motivi per i quali non si poteva fare una nuova graduatoria, ma solo scorrere quella esistente se ci fosse stata l'esigenza, come è accaduto recentemente, per riassegnare due abitazioni per di proprietà di Area in quanto gli occupanti  erano deceduti. Una nuova graduatoria – evidenzia Cau - avrebbe senso soltanto nell'attimo in cui ci fossero delle delle nuove abitazioni da assegnare e non avesse un numero sufficiente di persone a cui attribuirle. Così non è, ed allora correttezza vuole che si prosegua ad attingere da quella disponibile». 

Ma il primo cittadino va ancora oltre per chiarire pubblicamente meglio il perché di certe scelte: «Il Comune non dispone di abitazioni di sua proprietà da assegnare ed  attualmente neppure delle aree da concedere ad Area per la eventuale realizzazione di nuovi alloggi. In ogni caso l’iter non sarebbe velocissimo e neppure scontato, in quanto l'amministrazione comunale dopo aver individuato il terreno, questo deve essere preso in carico dall’Ente costruttore, che deciderà in autonomia  se e quando  realizzare nuove case».

Il sindaco Cau conclude lanciando una “sfida” per dimostrare la bontà del suo operato a chi lo contesta: «Ho dato disposizione all'ufficio tecnico - afferma - di predisporre un bando per formare una nuova graduatoria preventiva da utilizzare nel caso, più avanti, ci fossero degli alloggi da assegnare. Io conosco molto bene i miei cittadini e le loro situazioni. Sono convinto – conclude - che le persone che oggi protestano così vivacemente,  potrebbero non avere neppure il titolo a essere inserite in graduatoria».

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