Pochi minuti e il capodoglio era già all’interno di un enorme cassone. A fronte di un'organizzazione durata invece due settimane tra permessi, autorizzazioni e pareri da parte di vari Enti. Il tratto costiero di San Giovanni di Sinis stamattina è stato liberato dall’enorme carcassa del capodoglio trovato spiaggiato lo scorso 28 febbraio.

Verrà smaltita in modo sicuro e sostenibile attraverso un processo di digestione anaerobica.  Questo processo riproduce ciò che avviene naturalmente nello stomaco: la sostanza organica si decompone grazie ad enzimi in assenza di ossigeno, evitando così emissioni in atmosfera. 

Così ha deciso il Comune di Cabras che per lo smaltimento dovrà sborsare dalle casse comunali circa sette mila euro. Lungo la spiaggia di San Giovanni di Sinis è arrivato un mezzo meccanico, una sorta di mini gru che ha prima prelevato la carcassa per poi spostarla e sistemarla in un enorme contenitore. Sul posto ha operato una ditta specializzata. Lo smaltimento in mare non era possibile per la presenza delle rocce a ridosso della riva.

Come ha fatto sapere il direttore dell’Area marina protetta del Sinis Massimo Marras per ora è impossibile sapere se ci sia un collegamento con il ritrovamento di due altre carcasse avvenuto a Bosa e ad Arborea, nei giorni scorsi. Marras dice che in inverno gli spiaggiamenti sono abbastanza normali a causa delle mareggiate che trasportano gli animali morti fino alla costa.

Intanto il sindaco di Cabras Andrea Abis chiede alla Regione di mettere in piedi un Piano per affrontare queste emergenze. Magari facendo anche delle convenzioni con delle ditte esperte in materia. Per avanzare queste richieste però bisognerà attendere la nomina del nuovo assessore all’Ambiente da parte della neo governatrice della Sardegna Alessandra Todde. 

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