Un guaio dopo l'altro. Una sanità allo sbando che, tra vecchi e nuovi problemi, adesso è finita sotto la lente della Procura. L'inchiesta, aperta all'indomani dell'esposto presentato dalle associazioni dei malati, è solo agli inizi e potrebbe avere clamorosi sviluppi nei prossimi mesi. Sul fronte sanitario, intanto, si cerca di rimediare alle tantissime lacune che in questi mesi hanno mandato in tilt i reparti: da ieri la Medicina ha ripreso gradualmente la normale attività.

L'indagine

Sono in corso accertamenti per fare piena luce sull'infinità di problemi (dalle visite di controllo annullate ai reparti chiusi) che in questi giorni sta tormentando il San Martino e le altre strutture del territorio. L'indagine a tutto campo, seguita dal procuratore Ezio Domenico Basso, è riservatissima. Dagli uffici della Procura non trapela nulla ma è certo che, partendo dalle 15 pagine di esposto, si andrà a fondo. La magistratura oristanese già con l'inchiesta Ippocrate si è occupata di sanità, con un'indagine sulla presunta gestione clientelare delle assunzioni culminata con la richiesta di 15 rinvii a giudizio.

L'esposto

Adesso l'inchiesta è diversa e parte dalla segnalazione firmata da Cittadinanzattiva, Komunque donne, Thalassemici e Aniad. Le associazioni hanno fatto una radiografia dei vari reparti dell'ospedale soffermandosi poi sul problema comune a tutti: la carenza di medici, infermieri e oss. Una questione più volta segnalata anche dai sindacati di categoria e dall'Ordine dei medici. E ancora hanno puntato il dito sul fatto che «in piena emergenza Covid, la Assl di Oristano anziché essere rafforzata, è stata paradossalmente depotenziata» recita l'esposto. Nei mesi scorsi erano stati trasferiti quattro anestesisti, mentre il laboratorio analisi è ancora privo del macchinario per analizzare i tamponi. «Siamo davanti a scelte che vedono progressivamente impoverito l'ospedale e la sanità oristanese - hanno denunciato - ma nel contempo vediamo che si finanziano posti letto nelle cliniche private». Su questi punti le quattro associazioni hanno chiesto accertamenti per valutare «se ci siano estremi di illiceità». La Procura ha subito risposto aprendo un fascicolo.

Le criticità

I guai delle ultime settimane sono ben noti, con il Pronto soccorso chiuso e poi riaperto ma sempre in affanno. I contagi Covid tra personale e pazienti (ci sono nuovi casi anche in Ginecologia), i percorsi separati che fino a qualche giorno fa erano solo sulla carta. E ancora le lunghe attese per il tampone, pazienti trasferiti a Bosa nel cuore della notte (con la bombola dell'ossigeno che termina durante il viaggio). Inoltre 40 mila visite saltate, con lo screening garantito per solo per le urgenze. Ieri un piccolo spiraglio con la riapertura del reparto di Medicina che, dopo la sanificazione, può accogliere di nuovo i pazienti anche se sono rimasti solo cinque medici e gli altri operatori a stento riescono a fare i turni di riposo come ha denunciato il sindacato Fsi-Usae.

Valeria Pinna

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