Vietato transitare dove tempo fa sono stati posizionati 64 dissuasori per la pesca a strascico illegale. Con un'ordinanza firmata dal comandante Federico Pucci, la Capitaneria di Porto di Oristano disciplina il comportamento che dovranno seguire i pescherecci.

Il divieto è stato emanato per la zona di mare che si estende per 4,5 miglia verso est dallo scoglio del Catalano, nella zona C dell’Amp. Vietato anche l’ancoraggio di natanti. Non sono ammesse inoltre le attività subacquee.

Le barriere sono state posizionate nel fondale dalla ditta Pin, per conto della Tecnoreef, a circa 35 metri di profondità sul fondale sabbioso a febbraio scorso. Sono state installate per fermare i predatori del mare. Un modo per impedire la pesca a strascico e quindi salvaguardare l’ambiente e la pesca artigianale. Il progetto, coordinato dalla Fondazione Medsea insieme al Flag Pescando, in collaborazione con l’Area marina protetta del Sinis guidata dal direttore Massimo Marras, è stato finanziato da Argea per un totale di 300mila euro. Si tratta del primo esempio di questo tipo nell’Isola.

«La messa in posa delle barriere antistrascico nei fondali è un’azione già ampiamente adottata da altre Marine Protette - ha dichiarato alcuni mesi fa  Guido Beltrami, agronomo e direttore dei lavori per il posizionamento delle strutture antistrascico -, con una riduzione della pesca a strascico rilevata fino all’80%: proteggendo i posidonieti, salvaguardiamo le condizioni di riproduzione e accrescimento della fauna presente proprio come se stessimo ricreando delle “nursery” ovvero dei vivai». Come si legge nell’ordinanza della Capitaneria, i trasgressori saranno puniti ai sensi dell’articolo 1231 del Codice della Navigazione. 

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