Cabras, genitori sul piede di guerra per le modalità di ammissione dei bimbi al centro estivo comunale
Lamentele in Comune ma anche sui social, nella pagina istituzionalePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Ancora i giochi non sono iniziati, come neanche i bagni al mare, ma le polemiche sono già tantissime.
A Cabras fa discutere la modalità di ammissione al Centro estivo promosso dal Comune, un modo per far trascorrere ai bambini l’estate in compagnia tra attività ludiche, motorie, escursioni e giornate al mare. Qualcosa però è andato storto e ora tanti genitori sono sul piede di guerra.
Lamentele in Comune ma anche sui social, nella pagina istituzionale. I genitori si lamentano della poca trasparenza utilizzata dagli uffici comunali per stilare la graduatoria dei bambini ammessi. I posti ad esempio dovevano essere 100, in realtà però sono stati presi 88 bambini.
Ma non solo: nel bando non si parlava di ammissione in base all’Isee. Il regolatore serviva solo per calcolare la cifra che le famiglie dovevano versare alle casse del Comune al momento dell'iscrizione. Nel bando in sostanza si legge solo che il Comune avrebbe dato precedenza alla famiglie seguite dai servizi sociali. Tutti poi si lamentano del fatto che il Comune abbia chiesto di versare la cifra ancora prima di stilare la graduatoria.
«Le cose devono essere chiare dall’inizio - scrive una mamma sul profilo Fb del Comune - Si devono sapere i criteri di ammissione e soprattutto il perché non si viene accettati», «Troppe cose non tornano», scrive un’altra mamma. E ancora: «Mi sento presa in giro». «Vogliamo chiarezza», aggiunge un genitore.
Ma i commenti sono tantissimi. Interviene il sindaco Andrea Abis: «Il Campo estivo nasce come servizio sociale, per aiutare chi non ha la possibilità di pagare un centro estivo privato. È anche uno strumento di prevenzione del disagio. Il Comune per questa attività ha investito 60 mila euro. Uno sforzo importante. La graduatoria è stata fatta prendendo in considerazione l’Isee. Lo scorso anno le richieste erano state poche, eravamo riusciti a inserire tutti. Questa volta sono arrivate 180 domande. Impossibile accettarle tutte. I bambini ammessi non sono 100 ma di meno perché, nell’ottica dell'inclusione, accogliamo anche diversi bambini con esigenze speciali che hanno bisogno di un operatore specifico».
Sulla questione dei soldi versati dalle famiglie dei bambini non ammessi il sindaco è chiaro: «Abbiamo chiesto agli uffici di restituire le risorse quanto prima». Tante famiglie, se i tempi si allungano, annunciano proteste non proprio pacifiche.