Una magia: la fatica diventa sollievo. I piedi doloranti che corrono senza sosta lungo gli sterrati del Sinis invece vengono spinti e incoraggiati dalla fede. A Cabras il grande giorno è arrivato. Quella di oggi sarà la notte più lunga dell’anno. Ma anche quella più attesa. 

Il santo dei cabraresi domani mattina ancora una volta verrà trasportato di corsa da 900 curridoris scalzi, dalla chiesa di Santa Maria, a Cabras, al villaggio campestre in festa da giorni. Domani, all’alba, si rinnova l'antico rito della Corsa degli Scalzi, tra le strade sterrate che dividono i campi del Sinis.

La giornata di fede inizia  alle 6.30 con la messa, nella chiesa di Santa Maria. Il parroco Monsignor Giuseppe Sanna benedirà gli scalzi che con i loro sai invadono le navate di bianco: un colpo d’occhio non indifferente. Poi la processione verso via Tharros dove c'è l'ultimo atto prima della corsa: la portantina con dentro il Santo viene coperta, poi la parola passa ad un corridore anziano del paese che grida: “Currei in nomin'e Deus”. Solo a quel punto gli Scalzi si lasciano alle spalle il paese lagunare. Il loro arrivo al villaggio è previsto alle 8.30. Ad attenderli una grande folla di fedelli. Poi le moglie, le figlie, le fidanzate, le madri. Sarà una grande gioia, dopo avercela fatta ancora una volta.  

«Ogni corridore vive questo momento intimamente e con grande trasporto», ha affermato il presidente dell’associazione Is Curridoris Alessio Camedda. Il sindaco Andrea Abis: «Un momento fortemente identitario per la nostra comunità». Il Santo rimarrà nel piccolo santuario di San Salvatore fino a domenica sera. Alle 18  gli scalzi percorreranno nuovamente le strade polverose del Sinis per riportare a Cabras il simulacro. E a quel punto il voto è stato sciolto. In occasione della festa è stata predisposta in prossimità del villaggio un’ampia area per la sosta, illuminata e custodita. Il punto di accesso è sulla Provinciale 7. Per ragioni di sicurezza è vietato lasciare le auto sulla carreggiata. 

© Riproduzione riservata