“Bitulera”, ovvero giramondo, girovaga. E mai nome è stato più appropriato per un B&B che da poco più di un mese opera a Ghilarza. Un luogo speciale, che racconta la storia e le storie dei popoli e che è pronto a raccogliere la narrazione degli ospiti che vi alloggeranno.

Ad aprirlo una giovane donna originaria di Ghilarza, ma vera cittadina del mondo. Ilaria Onida, classe 1979, è rientrata nella sua terra natale dopo aver girato il mondo e soprattutto dopo trascorso oltre 15 anni in Africa sub- sahariana, operando in progetti di cooperazione internazionale. Ilaria Onida, conseguita la laurea magistrale in Pedagogia a Cagliari, ha attraversato il mare e a Roma si è specializzata in cooperazione internazionale e diritti umani. E qui si segna la svolta nella sua vita.

“Un professore che si occupa di consulenze per delle ONG, cercava qualcuno che parlasse portoghese e fosse pronto a partire alla volta dell’Angola per un progetto umanitario. Su 44 studenti ero l’unica che parlava portoghese. Ho discusso la tesi una settimana prima dei miei colleghi, sono rientrata qualche giorno in Sardegna e poi sono partita”, racconta seduta nel salone del suo gioiellino ( dove lei risiede al piano superiore) al civico 9 di via Valle D’Aosta , alla vigilia dell’arrivo di nuovi ospiti. In Angola Ilaria trascorre dieci anni , si sposta anche in altri stati africani, lavora tra i Masai. Coordina progetti per aprire strutture sanitarie, scavare pozzi, contrastare la denutrizione nelle zone urbane e periferiche.

“Mi sono sempre occupata di ospedali, del ramo sanitario. Ero lì quando è scoppiata l’Ebola e anche per il Covid. Gli anni trascorsi in Africa - prosegue - sono stati edificanti ed è proprio lì che col passare del tempo è nata l’idea di Bitulera pensando di tornare a casa ma di continuare a stare con il resto del mondo del mio territorio”.

Anni intensi, non semplici, dove la diplomazia, il saper tessere relazioni, dialogare erano punti fermi. “Impari ad accettare la diversità in tutte le sue sfumature, a conciliare l’adrenalina e la frenesia di alcune situazioni con quelli che sono i ritmi lenti, completamente diversi dai nostri”.

Ilaria rientra per problemi di salute. Ma il richiamo per aiutare il prossimo è troppo forte. Trascorre un anno in Sicilia, ad accogliere migranti. E poi riparte alla volta del Monzambico dove segue pazienti con malattie croniche e cardio- vascolari. La sua salute la costringe però a rientrare è così quell’idea cullata nei tanti anni trascorsi in Africa diventa realtà: il primo luglio viene inaugurato Bitulera. Un luogo magico, caldo, accogliente. Un luogo che racconta i mondi visti da Ilaria, un luogo dove l’Africa e la Sardegna si fondono in un unico abbraccio. Per ora può accogliere quattro persone, ma entro breve dovrebbe essere disponibile una seconda stanza.

“Questo luogo deve essere un punto di scambio, un luogo di approdo. Un luogo dove, come nelle sere in Africa, ti fermi ad ascoltare e a parlare. Qui, anche prima che nascesse Bitulera ho sempre accolto amici da varie parti del mondo. Qui si intrecciano varie culture. Bitulera è anche il nome con il quale da piccola mi chiamavano mia madre e mia nonna, ero sempre pronta a scoprire, curiosa di tutto”. In queste prime settimane gli ospiti sono stati italiani, ma ci sono già prenotazioni dall’estero. E Ilaria pensa anche alla valorizzazione del territorio.

“Ha tanto da offrire per le bellezze che raccoglie, ma anche per i vari eventi che si organizzano in vari centri. Questo è un luogo per chi è pronto a scoprire una Sardegna che non è solo quella delle spiagge”.

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