Centoquaranta ore (138 e 54 minuti, per la precisione) per 40 sedute totali da aprile a dicembre: poco più di 15 al mese. “Tanto” ha lavorato il Consiglio regionale della Sardegna secondo le statistiche ufficiali. 

Le statistiche dell'Aula
Le statistiche dell'Aula
Le statistiche dell'Aula

I dati sono stati pubblicati di recente sul portale istituzionale e sono aggiornati solo per il 2024, con la legislatura targata Alessandra Todde diventata operativa da aprile, con la prima seduta il 9. In quel mese  l’assemblea si era riunita solo due volte, per un totale di 3 ore e 23 minuti di attività. Tre riunioni e undici ore il mese successivo. Stesso tempo ma in quattro riunioni a giugno. Luglio fa segnare appena tre incontri per 12 ore. 

Ad agosto gli onorevoli si sono visti cinque volte e si sono trattenuti di più: 23 ore e un quarto. 

L’aula è rimasta quasi sempre deserta a settembre: una riunione e 2 ore e 19 minuti all’opera. Le 16 ore e 33 minuti del mese successivo (5 riunioni) hanno portato al “picco” di lavoro di novembre: ben 12 convocazioni e 43 ore e 29 minuti di interventi in aula.  Ma a dicembre si è tornati nella media: 14 ore e 40 in cinque incontri. 

Il lavoro delle commissioni
Il lavoro delle commissioni
Il lavoro delle commissioni

Poi ci sono le commissioni. I dati coprono da maggio ‘24, mese di costituzione dei sei parlamentini, allo scorso febbraio: 178 sedute in tutto per un totale di 262 ore di lavoro. Poco meno di due ore a convocazione. 

Dai freddi numeri alla sostanza:  il Consiglio regionale nello stesso periodo (aprile-dicembre) ha approvato 22 leggi (6 solo a  dicembre). Tra queste: “Disposizioni urgenti in materia di immunizzazione passiva contro l'infezione da Virus respiratorio sinciziale”, “Modifiche alla legge regionale n. 25 del 1988 in materia di organizzazione e funzionamento delle compagnie barracellari”, “Realizzazione del Gruppo europeo di cooperazione territoriale (Gect) del Mediterraneo: costituzione di un Gect insulare euromediterraneo” e anche due norme in materia di energie rinnovabili: una è la moratoria (incostituzionale) e l’altra la la legge sulle aree idonee (impugnata davanti alla Consulta, come altri due testi approvati). 

Agli atti risulta una sola legge di iniziativa popolare: la Pratobello contro l’invasione delle rinnovabili, sostenuta da 211 mila firme. Non è mai stata discussa. 

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