Sino allo scorso anno si prendevano cura del paese: dalla pulizia delle strade al taglio delle erbacee. Tutto questo era possibile grazie al cosiddetto "Reis" e ai lavori socialmente utili. Ora invece, con il Reddito di cittadinanza, i disoccupati si portano a casa ugualmente delle risorse ma non possono più, se non in forma volontaria, occuparsi del decoro del paese. Così prevede la normativa nazionale che però, a Baratili San Pietro, ha messo in ginocchio gli amministratori comunali. Si sfoga il sindaco Alberto Pippia: "Oggi, purtroppo, benché le risorse economiche non manchino, non è possibile assicurare questi interventi per mancanza di manodopera, totalmente assorbita dal Reddito di Cittadinanza, che non obbliga, a chi lo percepisce, a prestare la sua opera per lavori di utilità alla comunità. Sarebbe possibile attivare dei Progetti Utili alla Collettività su base volontaria, ma per farlo è necessario personale e molto tempo. Nel frattempo però il degrado avanza".

Ecco perché il Comune chiede aiuto ai cittadini, quelli volenterosi che, senza pretendere nulla in cambio, hanno voglia di collaborare per il decoro del paese partendo dalla pulizia del tratto di strada davanti casa propria.

"Faccio un accorato appello a tutta la popolazione: ognuno si adoperi a ripulire 'sa pratza sua'. Ai ragazzi chiedo invece di avere cura delle vie e di non buttare per terra bottiglie e cartacce".

Ma il sindaco di Baratili San Pietro, che per evitare che la situazione degenerasse pochi giorni fa ha incaricato una ditta esterna per una pulizia straordinaria delle vie sottraendo risorse da altri capitoli di bilancio, chiama all'appello anche chi percepisce il Reddito di cittadinanza: "Fino a che non si attivino i Progetti Utili alla Collettività invito loro ad un incontro con me nel quale poter definire la loro partecipazione volontaria alla pulizia del paese e delle strade rurali".

Sara Pinna
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