Tutti erano pronti a difendere il sistema delle presunte assunzioni pilotate, tanto che l’inchiesta Ippocrate anziché ridimensionare gli indagati ha scatenato atteggiamenti vendicativi e pressioni verso "chi ha parlato con gli inquirenti".

È uno dei tanti risvolti che emerge dalle 144 pagine di ordinanza di custodia cautelare firmata dalla Gip del Tribunale di Oristano Annie Cecile Pinello.

Il filo rosso è sempre l’intreccio tra i concorsi e i vantaggi da procurare al Partito dei sardi.

Dopo due anni di indagine, la Procura ha chiesto sette misure cautelari e secondo la Gip almeno in cinque casi necessarie perché ci sarebbe il rischio di inquinamento delle prove: c’è stato chi al momento della perquisizione ha resettato il telefono, ma c’è anche "il pericolo di influenze sulle deposizioni dei futuri testimoni".

Durante le indagini diverse persone sono state contattate da Augusto Cherchi e da altri del Pds per sapere che cosa avessero detto agli inquirenti. E c’era anche paura di ritorsioni.

Il ginecologo Bruno Lacu, sentito come persona informata sui fatti, ha rivelato che quando in ospedale si era saputo dell’inchiesta si era creato intorno a lui un clima ostile.
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