La chiese di San Giuseppe ad Oristano e la cappella della Casa madre delle Figlie di San Giuseppe sono le uniche chiese in provincia di Oristano elevate dall'arcivescovo a Chiese Giubilari.

Due luoghi particolarmente legati alla devozione e allo sposo della Vergine Maria e Padre putativo di Gesù. La richiesta presentata a Papa Francesco, dall'arcivescovo Roberto Carboni, è stata accolta di recente, alla vigilia della ricorrenza della proclamazione del 150° anniversario di San Giuseppe, quale patrono Universale della Chiesa cattolica, voluta dal Papa Pio IX col decreto Quemadmodum Deus dell'8 dicembre 1870.

Papa Francesco lo scorso 8 dicembre 2020 ha scritto una lettera apostolica intitolata Patris Corde. In quella stessa data Papa Francesco ha indetto uno speciale anno dedicato a San Giuseppe. "Sullo sfondo della Lettera apostolica c'è la pandemia da Covid-19 che - ha precisato il Papa - ci ha fatto comprendere l'importanza delle persone comuni, quelle che, lontane dalle luci della ribalta, esercitano ogni giorno pazienza e infondono speranza, seminando corresponsabilità. Proprio come San Giuseppe, l'uomo che passa inosservato, l'uomo della presenza quotidiana, discreta e nascosta".

Quali sono i motivi della scelta? L'unica chiesa parrocchiale, presente nel territorio dell'Arcidiocesi Arborense, intitolata a San Giuseppe lavoratore. La parrocchia venne eretta canonicamente il 2 febbraio 1965 dall'allora Arcivescovo di Oristano mons. Sebastiano Fraghì, il quale affidò, al giovane sacerdote don Italo Schirra, l'arduo compito di costruire la bella chiesa nella periferia della città, nel quartiere chiamato sa Rodia; la cappella della Casa Madre della Congregazione delle Suore Figlie di San Giuseppe di Genoni, prima Congregazione religiosa femminile sarda, fondata nella seconda metà dell'800; nella cappella riposano i resti mortali del fondatore il venerabile Padre Felice Prinetti.
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