Manager con i tacchi a spillo, politici non solo in giacca e cravatta ma anche in eleganti tailleur. Oristano si riscopre città delle donne. E forse non poteva essere altrimenti nella terra di Eleonora d'Arborea: qui ruoli di potere e responsabilità, primati sportivi e aziende in crescita non sono affatto prerogativa maschile. E se ancora non si può parlare di una conquista totale delle pari opportunità, esiste una tradizione culturale che riconosce alle donne ampie prerogative.

Donna il sindaco della città (Angela Nonnis), e donna è anche l'unico esponente oristanese in Parlamento (Caterina Pes). Sono tanti anche i dirigenti "rosa" sia negli enti pubblici che nelle associazioni di categoria e di volontariato. In Comune e in Provincia i ruoli di segretario e direttore generale sono ricoperti da due donne Anna Maria Congiu e Anna Paola Iacuzzi. «Personalmente ho sempre vissuto in una condizione di pari opportunità - spiega Anna Paola Iacuzzi, - forse è proprio un fatto culturale dell'oristanese». Donne capaci e brave, si laureano più dei colleghi e con voti più alti. «Occupano posti da dirigente proprio per le loro capacità che finalmente vengono riconosciute e sono le stesse donne ad acquistare maggiori spazi e consapevolezza di sé», osserva la parlamentare Caterina Pes. Anche il sindaco insiste sul fatto che l'essere donna «è un valore aggiunto per la praticità, l'impegno e la sensibilità, ma non è facile e dobbiamo sempre dimostrare di essere all'altezza dei colleghi». Devono faticare di più rispetto agli uomini anche perché le donne sono spesso mamme e «conciliare impegni e famiglia è dura - ribadiscono Caterina Pes e Anna Paola Iacuzzi. - Mancano le pari opportunità in questo senso, una politica di sostegno e servizi per le lavoratrici». Proprio per queste carenze c'è chi ha dovuto ridurre l'orario di lavoro dopo la nascita del figlio. «Quando si ha una famiglia diventa tutto più impegnativo sia per gli orari di lavoro che per quelli degli asili- commenta Graziella Schintu, direttrice dell'Apisarda. - Però riusciamo a organizzarci, noi donne abbiamo una marcia in più nel lavoro e negli studi». Nessuna si arrende, anzi cresce la voglia di fare sempre meglio. «In certi momenti sono stata considerata in maniera diversa dai colleghi - fa notare Cristina Atzori, vicepresidente del Coni provinciale, una delle poche in Italia a ricoprire questo incarico. - Si deve lavorare e faticare, ma le soddisfazioni arrivano e alla fine c'è chi riconosce le qualità». La situazione sta cambiando, c'è ancora da fare ma il vento femminile (che soffiava già in epoca giudicale) continua. «Mi sento fortunata - sostiene Sara Pintus, direttrice della Confcommercio. - Svolgo un ruolo di responsabilità e cerco sempre di dare il massimo. Non è stato facile, una donna deve lavorare sodo per raggiungere certi ruoli, ma credo che dimostrando le proprie capacità ci siano le stesse opportunità».

VALERIA PINNA
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