Uccisi padre, madre e fratello. L'unica sopravvissuta della famiglia sceglie il silenzio
Nino Ferrai e Mariangela Bangoni uccisi in un agguato. Il figlio, Marco, sparito nel nulla dopo l'assalto armato a Capo Bellavista. Per Angela, figlia della coppia, quella ferita non si è mai rimarginata e ora ha ripreso a sanguinare.
La donna non se la sente di ripercorrere quegli attimi terribili né di commentare la chiusura delle indagini. Lei, che nell'arco di tre mesi ha perso mamma e papà e non ha più avuto notizie del fratello, la conclusione delle indagini l'ha appresa da L'Unione Sarda.
Contattata al telefono, non se la sente di parlare, preferisce mantenere il silenzio in attesa di ulteriori sviluppi. Non è ancora il tempo delle parole.
LE ACCUSA - Per il delitto sono indagate tre persone: i fratelli Cesare e Angelo Balzano (noti Mazzini) e Luigi Piras, tutti operatori ecologici di Arzana. Le vittime erano i genitori di Marco, l'operaio scomparso nel 2004 di cui ancora oggi non si hanno notizie.
Del ragazzo, all'epoca 25enne, si erano perse le tracce il 21 settembre, poco prima dell'assalto all'armeria di Capo Bellavista ad Arbatax da dove quattro uomini rubarono un arsenale. Per questa vicenda gli inquirenti hanno iscritto sul registro degli indagati, oltre ai tre arzanesi, anche Salvatore Mereu (54), di Tortolì e Giangiuseppe Ferrai (39) di Arzana. A 13 anni di distanza dalla duplice esecuzione e un silenzio assordante sembra essere arrivata l'ora della svolta.
FRONTE TERTENIA - Le indagini si concentrano sulla rapina di Bellavista, sui quattro omicidi ma anche sul duplice tentato omicidio dei coniugi di Tertenia Luigi Lobina e Francesca Longobucco. A questi si aggiungono anche i reati di rapina, estorsione, porto e detenzione illegale di armi (kalashnikov, mitragliatori, pistole, esplosivo) associazione per delinquere finalizzata alla coltivazione, all'acquisto e alla cessione di droga.
In relazione al tentato omicidio Longoni-Longobucco sono indagati Cesare Balzano, considerato dagli inquirenti il capo banda, e il compaesano della coppia Armando Mameli, 59enne, pregiudicato. L'uomo, sposato con figli, è l'ex suocero di Cesare. Mameli nel 2011 era finito sotto processo con l'accusa di aver emesso fatture false per aiutare un amico a mettere in piedi la presunta maxi frode al fisco. Da questa accusa era uscito pulito.
Il compaesano indagato è Paolo Mulas (52), allevatore con precedenti penali. Il suo nome è iscritto anche nel faldone delle indagini dell'operazione Sa(rd)lento sul vasto traffico di droga tra l'Albania, il Salento fino alla Sardegna.