Il punto nascita dell'ospedale di Lanusei è chiuso dall'8 gennaio e lo resterà fino al 20, un disservizio che costringe le partorienti dell'Ogliastra ad affrontare un lungo viaggio verso Nuoro o Cagliari.

Si tratta della terza interruzione di un servizio fondamentale in pochi giorni per carenza di medici, dopo la chiusura di Cardiologia e Pediatria, nonostante le rassicurazioni dell'assessore alla Sanità Mario Nieddu intervenuto in videoconferenza in occasione dell'ultimo presidio dei sindaci.

"Una prima partoriente ci ha scritto dicendoci che tra sabato e domenica si è presentata in ospedale e ha trovato il reparto sbarrato - racconta il portavoce dell'associazione #giulemanidallogliastra Adriano Micheli - Non è possibile continuare in questo modo fino al 20 gennaio: se a una donna gravida si dovessero rompere le acque a Tortolì dovrebbe viaggiare oltre un'ora per arrivare a Nuoro, il punto nascita più vicino, col rischio che se trova ghiaccio e neve deve tornare indietro e magari affrontare un'altra ora e mezzo di viaggio per Cagliari. Noi innalzeremo il livello della protesta e se non si riapre immediatamente il punto nascita i sindaci convochino i Coc, perché qui c'è una situazione di emergenza. Così come siamo in emergenza con la chiusura di Cardiologia che impedisce il funzionamento dell'ospedale se non si mettono al loro posto i medici per far funzionare i reparti".

Di accorciare i tempi per la riapertura del punto nascita, però, non se ne parla. "Il reparto riaprirà il 20 gennaio, giorno in cui rientreranno due medici ora in malattia e in aspettativa - chiarisce Luigi Ferrai, direttore sanitario del presidio - a questi si aggiungeranno le prestazioni di alcuni professionisti che arriveranno da Cagliari, in attesa di una soluzione definitiva alla carenza di medici nel reparto". 

(Unioneonline/v.l.)

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