La missione di Silvia Deiana era prendersi cura del prossimo. Era una dottoressa che amava le sfide e non si risparmiava mai. Il 31 luglio di due anni fa, durante un’escursione sui fiordi norvegesi, ha incrociato la morte che l’ha sottratta ai suoi affetti terreni. Ma ora la stella della dottoressa originaria di Loceri, ma cresciuta a Chatillon dove i genitori si erano trasferiti per lavoro, brilla grazie a una Fondazione che porta il suo nome.

Per ricordarla, in Valle d’Aosta hanno istituito un fondo con l’obiettivo di creare una borsa di studio per studenti e studentesse valdostani iscritti al primo anno del corso di laurea in Medicina e Chirurgia. Le risorse raccolte saranno utilizzate per creare un sussidio a beneficio del diritto allo studio ed eventualmente per l’acquisto di libri di testo necessari alla preparazione degli esami universitari da donare al Sistema bibliotecario valdostano. Silvia, il 7 agosto, avrebbe compiuto 32 anni.

La sua scomparsa ha lasciato un dolore indicibile tra familiari, amici, colleghi e pazienti. L’amore per la scienza e la medicina che Silvia nutriva è il motivo principale che ha ispirato l’istituzione del fondo, i cui estremi per le donazioni sono illustrati sulla pagina www.fondazionevda.it/fondo-silvia-deiana.

Silvia era medico di Medicina generale e prestava servizio a Milano, dove aveva conosciuto il fidanzato, Simone Mosca, ingegnere, uno dei componenti della comitiva che nell’estate di due anni fa si era avventurata nei fiordi norvegesi dove accadde la tragedia. A Silvia era stato fatale un trauma cranico riportato nella caduta. I suoi organi hanno contribuito a salvare cinque vite.

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