Assalti ai portavalori, parla in aula il presunto capobanda Giovanni Olianas
Gli investigatori stanno ricostruendo - intercettazioni alla mano - il tesoro da svariati milioni di euro che la Procura ipotizza essere riconducibile all'ex vicesindacoHa deciso di parlare in aula, contestando un'intercettazione raccolta dagli investigatori della Guardia di Finanza.
L'ex vicesindaco di Villagrande, Giovanni Olianas, ha parlato oggi nell'udienza del maxi processo alla presunta banda specializzata negli assalti ai furgoni portavalori di cui - secondo la Direzione distrettuale antimafia - lui sarebbe stato il capo indiscusso assieme ai fratelli e a Luca Arzu.
Davanti al collegio presieduto dal giudice Ermengarda Ferrarese, gli investigatori stanno ricostruendo - intercettazioni alla mano - il tesoro da svariati milioni di euro che la Procura ipotizza essere riconducibile a Olianas, tra i quali spicca anche un residence a Marina di Carededu.
Ma proprio su una delle intercettazioni riguardanti l'albergo, il presunto capobanda ha chiesto la parola negando si parlasse del resort ma riconducendo il tutto ad un terreno nelle campagne di Borore. Alla sbarra ci sono 26 imputati.
Tra gli episodi contestati alla presunta banda alcuni assalti compiuti tra l'ottobre del 2013 ed il marzo 2016: tra questi la rapina alla sede della Vigilanza Sardegna di Nuoro (14 ottobre 2013, bottino 5 milioni di euro), il tentativo di assalto alla Mondialpol di Arzachena (27 luglio 2015), il colpo al portavalori della Vigilpol sulla statale 131 a Bonorva (1 settembre 2015, bottino 500 mila euro), varie altre tentate rapine.
Il processo sta andando aventi da mesi con lunghe udienze che iniziano la mattina e si protraggono sino a tarda sera.
Francesco Pinna