Il telefono di Sandro Arzu non squilla e la sua auto non si trova. Il 54enne di Arzana manca all'appello da mercoledì sera, quando non ha fatto rientro nella sua abitazione come sua consuetudine, alimentando subito la preoccupazione dei familiari (QUI LA NOTIZIA).

La sorella ha segnalato i fatti ai carabinieri di Lanusei e, a distanza di oltre 48 ore dalla sparizione, il mistero diventa sempre più fitto.

L’uomo non era sottoposto ad alcun provvedimento restrittivo, soltanto l’obbligo di soggiorno ad Arzana, una misura di sorveglianza speciale.

Il 14 settembre 2021 un sicario aveva tentato di ucciderlo nelle campagne di Arzana. Nella circostanza era rimasto ferito di striscio: il proiettile che lo aveva colpito al torace era entrato e uscito, così come avevano accertato i medici del Pronto soccorso dell’ospedale di Lanusei. 

L’ultima condanna di Sandro Arzu, assistito dagli avvocati Francesco Marongiu e Rita Dedola, risale al 15 gennaio 2021. Il gup lo ha considerato uomo di punta di un’organizzazione di 23 persone finalizzata al traffico di stupefacenti. Il processo in appello è fissato per giugno. 

In passato Sandro Arzu e il fratello Luca erano stati arrestati con l’accusa di aver ucciso nel 1993 Bruno Ferrai, loro compaesano. Gli Arzu lo ritenevano responsabile dell’omicidio del padre Pietro, assassinato nel 1987. Erano stati condannati a 26 e 16 anni di carcere.

A luglio 2018, i militari del Ros avevano confiscato a Sandro Arzu beni per un valore complessivo di 850 mila euro: un’abitazione con annesso garage a Senorbì, una polizza assicurativa, un’auto e un’ingente somma di denaro.

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