Si sono asserragliati all'interno di una nuraghe, quello di Succoronis, posto in un'area strategica nelle campagne di Macomer, per mandare un messaggio forte e chiaro a Roma, ma anche alle istituzioni regionali e soprattutto per chiamare a raccolta i sardi.

Così il nuraghe di Macomer diventa il simbolo della lotta che il gruppo di Unidos, capitanato da Mauro Pili, sta portando avanti contro l'intenzione del governo di creare nell'Isola un deposito di scorie nucleari.

"La Sardegna non si tocca". Uno slogan che diventa però il grido di battaglia. "Dobbiamo rimettere in marcia una grande difesa della nostra Isola - dice Mauro Pili - ma nel contempo perseguire un moderno piano di crescita culturale, economica e sociale per metterla a riparo dalle perenni incursioni di faccendieri e misfatti di Stato. Mettere un solo cartello di deposito di scorie radioattive in Sardegna significa annientare ogni sogno di sviluppo endogeno legato alle immense potenzialità ambientali e naturalistiche della nostra terra".

È in atto una consultazione pubblica per la valutazione strategica (Vas) che si concluderà domani.

"Ogni cittadino sardo deve poter esprimere la propria totale contrarietà - ha detto Pili - Ogni opposizione è una goccia di libertà".
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