Un colpo alla testa alla figlia maggiore Martina, di 25 anni. Un altro, sempre alla testa, al vicino Paolo Sanna, inquilino del palazzo e vittima “per caso” della strage di via Ichnusa a Nuoro, uomo che ha avuto l’unica colpa di trovarsi al posto sbagliato nel momento sbagliato. E un colpo alla tempia per sé stesso, in via Gonario Pinna, dove si è conclusa la mattinata di ordinaria follia di Roberto Gleboni, che mercoledì scorso ha sterminato i familiari prima di togliersi la vita.

Così dunque Gleboni ha ucciso due delle quattro vittime, secondo quanto rilevato dall’autopsia effettuata al Brotzu dal medico legale Roberto Demontis.

Domenica lo stesso medico legale dovrebbe effettuare le autopsie sui corpi delle altre due vittime: Francesco Gleboni, figlio di 10 anni di Roberto, e Giusy Massetti, casalinga di 43 anni e moglie dell’assassino. Secondo alcune indiscrezioni riportate dall’Ansa, Gleboni si sarebbe accanito sulla moglie, sparandole 4 volte: due alla tempia, due al torace.

Salvi il figlio 14enne della coppia, colpito solo di striscio e tuttora ricoverato in Otorinolaringoiatria, e la madre 84enne dell’uomo, colpita anche lei alla testa e in Rianimazione, ma fuori pericolo.

Venerdì l’interrogatorio del ragazzino, unico superstite in via Ichnusa, che ha risposto alle domande e confermato la versione data inizialmente ai carabinieri. Quella di un litigio: «A casa urlavano tutti quella mattina»

La città questa sera si è unita per dire no alla violenza. Un fiume umano silenzioso è partito da via Ichnusa, luogo della strage, e ha camminato fino alla cattedrale, destinazione finale del corteo.

(Unioneonline/L)

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