Torpè, colpì il padre con una sedia: condannato a 8 anni
Per la Corte d’Appello fu tentato omicidioPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Quell’aggressione non fu un semplice episodio di violenza domestica, ma un vero e proprio tentato omicidio. Così ha stabilito la Corte d’Appello di Sassari, riformando la sentenza di primo grado nei confronti di Antonio Melis, 37 anni, residente ad Oliena accusato di aver aggredito il padre, Pasquale Melis, ex carabiniere in pensione di 67 anni, durante una violenta lite familiare a Torpè.
I giudici di secondo grado hanno riconosciuto la piena intenzione omicida e condannato l’uomo a otto anni di reclusione, accogliendo l’appello avanzato dal pubblico ministero Riccardo Belfiori, che in primo grado aveva chiesto una pena di dieci anni, con il riconoscimento dell’aggravante del vincolo di parentela.
L’episodio risale alla notte tra il 1 e il 2 febbraio di un anno fa, a Torpè. Secondo la ricostruzione, Antonio Melis avrebbe prima puntato un coltello alla gola del padre minacciandolo, per poi colpirlo ripetutamente alla testa con una sedia, prima di darsi alla fuga. L’uomo fu soccorso e trasportato d’urgenza all’ospedale San Francesco di Nuoro, dove gli furono riscontrate gravi lesioni. Una perizia medico-legale aveva evidenziato la pericolosità delle ferite, ritenute potenzialmente letali.
In primo grado, il Gup del tribunale di Nuoro Mauro Pusceddu aveva però riqualificato l’accusa da tentato omicidio a lesioni gravi, condannando Melis a quattro anni nel giudizio abbreviato. Una decisione che la Procura ha impugnato.
Ora, con la sentenza d’appello, la giustizia riconosce la gravità di un gesto che, secondo i giudici, non può essere ridotto a una lite finita male, ma che rientra a pieno titolo nel tentato omicidio di un genitore.