Scorte d’acqua ormai esaurite per il bacino del Posada (diga di Maccheronis), per il Cedrino (diga di Pedra e Othoni) e per il Sub comprensorio della Media Valle del Tirso.

L’Isola ha sete, e così il Consorzio di bonifica della Sardegna centrale ha vietato, riunito questa mattina in cda, l’utilizzo dell’acqua ad uso irriguo in tutti e tre i sub comprensori di sua competenza.

«Siamo costretti dopo un anno di estrema siccità a ricorrere a questo strumento senza alternativa alcuna – spiega il presidente del Consorzio Ambrogio Guiso -, perché sostanzialmente dobbiamo preservare la poca acqua rimasta. Parliamo di 3 milioni di metri cubi nell’invaso del Posada, 7 milioni in quello del Cedrino. Permettendo comunque l’utilizzo per uso potabile e gli abbeveraggi del bestiame. Non possiamo che prendere atto che le precipitazioni che garantivano l’apporto di acqua nei nostri bacini di accumulo stanno diventando sempre di più un’incognita. Fatto questo che ci deve portare a fare maggiormente attenzione alle programmazioni sul lungo periodo».

La mancanza di precipitazioni autunnali ha comportato infatti non solo un mancato apporto della risorsa ma anche un consumo protratto per tutto il periodo autunnale, portando quindi la stagione irrigua a coprire periodi in emergenza. Le precipitazioni attese non hanno apportato la quantità necessaria, e se i primi mesi dell’anno saranno avari di precipitazioni si prospetta una primavera di forti e inevitabili restrizioni per il mondo agricolo della Sardegna centrale. Coinvolte oltre seimila aziende distribuite rispettivamente nei 4.300 ettari ricadenti nel distretto Cedrino, 5.700 ettari nel distretto Posada e 6.400 ettari nel distretto Media Valle del Tirso.

Per il distretto del Posada è stato stabilito il divieto di irrigazione. Per i distretti del Cedrino e media Valle del Tirso il divieto di utilizzo in campo aperto per erbai e prati di pascolamento.

(Unioneonline/v.l.)

© Riproduzione riservata