Con un'articolata ordinanza letta in aula questa mattina, il giudice monocratico del tribunale di Nuoro Filippo Orani ha rigettato la richiesta di patteggiamento ad otto mesi avanzata da Luciano Carroni, sindacalista ed ex vigile urbano, accusato di aver provocato «per negligenza, imprudenza e violazione delle norme contro gli infortuni sul lavoro» la morte di Mario Sini, operaio di 66 anni, impegnato in alcune ristrutturazioni nella sua abitazione.

Una richiesta che Carroni aveva avanzato con il suo difensore, l’avvocato Maurizio Scarparo, per la riemissione nei termini alla luce della riforma Cartabia. Una decisione che il legale ha spiegato era dettata dalla necessità di chiudere una vicenda tragica per tutte le parti, con la consapevolezza di risolvere tutte le questioni in altra sede. Il giudice Orani però ha deciso per la non ammissibilità della richiesta.

Oggi l'apertura del dibattimento, con i primi testimoni che sfileranno in aula a maggio. Per l’accusa, rappresentata dal pm Riccardo Belfiori, Carroni, nell’aprile di due anni fa, aveva incaricato la vittima di svolgere lavori di manutenzione della canna fumaria, di muratura e tinteggiatura della facciata della sua abitazione di via Gavino Lai a Nuoro, nonostante Sini fosse privo di qualifica e competenze e non fosse iscritto alla Camera di commercio.

Il trabatello usato per i lavori non era a norma e si era rovesciato provocando la caduta dell’operaio da un’altezza di 7 metri: un volo fatale. A Carroni viene contestato il reato di omicidio colposo: avrebbe violato diverse norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro non verificando l’idoneità professionale dell’operaio né se stesse utilizzando strumenti e impalcature adeguate. I parenti di Sini si sono costituiti parte civile con gli avvocati Francesco Lai e Piera Pittalis.

Fabio Ledda

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