Nuoro, pompiere salva la vita a una bimba: dopo 50 anni si riabbracciano
Grazie a un appello social Aldo Baia ha incontrato Giovanna Mura, soccorsa dopo un incidente nel lontano 1972Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Lo scorso aprile aveva lanciato un appello su Facebook: "Cerco la bimba a cui ho salvato la vita a Nuoro nel 1972".
Qualche giorno dopo, complice il tam tam sul web, la bimba in questione, anche grazie a un'intervista su L'Unione Sarda.it, si era fatta avanti e aveva risposto.
E oggi Aldo Baia e Giovanna Mura hanno potuto finalmente riabbracciarsi.
Lui è un pensionato residente a Gaeta, ma 47 anni or sono faceva il servizio militare nei vigili del fuoco del capoluogo barbaricino.
Lei, invece, è una donna ormai adulta, che quasi mezzo secolo fa rimase vittima di un terribile incidente: fu travolta da un furgone, mentre stava andando a scuola.
Ferita e quasi esanime, si vide sollevare di peso da un angelo misterioso, che la trasportò a braccia, e a piedi, verso l'ospedale, affidandola ai medici e salvandole di fatto la vita.
Poi le loro strade si separarono. Lei, piccina, a completare le cure per guarire, lui richiamato in continente dalla vita.
La scorsa primavera, però, nella testa di Aldo è scattato qualcosa. "Sono anziano e forse vicino ai titoli di coda - ha spiegato ai microfoni di Videolina - e incontrare di nuovo quella bimba era una cosa che avevo in sospeso e che sentivo di dover portare a termine. E così ho provato a cercarla, nonostante non conoscessi il suo nome".
Ma il suo post, affidato ai social, è presto arrivato sotto gli occhi di Giovanna, che - potenza dei nuovi media - si è subito riconosciuta in quel racconto e ha accettato di incontrare il suo salvatore.
Qualche mese per organizzare ed ecco che il rendez-vous è diventato realtà, tra abbracci e immensa commozione.
"È stata una grande emozione, mi ha fatto davvero molto piacere poterlo incontrare di nuovo", ha detto Giovanna.
"Anche per me è stato bellissimo", ha fatto eco Aldo. Aggiungendo: "Quell'episodio non ha segnato solo la vita di quella bimba, oggi cresciuta, ma anche la mia. Dopo averla salvata, infatti, ho capito che soccorrere le persone era la mia strada. E così - ha concluso - ho proseguito a fare un lavoro, quello di vigile del fuoco, in cui ai tempi non credevo e che invece per tanti anni mi ha portato a girare tutto il mondo proprio per aiutare gli altri".
(Unioneonline/l.f.)