Ci sono tre rinvii a giudizio per la morte di Nietta Seddone, la pensionata nuorese di 69 anni deceduta due mesi dopo un intervento chirurgico avvenuto all'ospedale San Francesco di Nuoro, perché l'équipe aveva dimenticato una garza nella pancia della paziente.

Secondo l'accusa, quello fu l'inizio di un quadro clinico che si è complicato giorno dopo giorno, e alla fine ne causò la morte. Ieri sono arrivati i rinvii a giudizio per gran parte dell'equipe medica che operò la donna.

L'accusa: omicidio colposo.

A GIUDIZIO - Il processo a loro carico si aprirà il 5 giugno.

Sotto accusa il chirurgo Antonio Domenico Fais (difeso dall'avvocato Pietro Pittalis), la strumentista Anna Ladu (difesa da Angelo Magliocchetti) e l'infermiera Mariuccia Columbu (difesa da Gianluigi Mastio).

Tutti ritenuti a vario titolo responsabili della dimenticanza, e quindi rinviati a giudizio dal Gup del Tribunale di Nuoro Massimo Pusceddu, che invece ha definito il non luogo a procedere per l'altro medico presente quella sera in sala, l'aiuto chirurgo Riccardo Sacchetti (difeso da Alessandra Joseph), che quindi per il giudice non ha avuto responsabilità sull'errata conta dei presidi medici, prima e dopo l'intervento.

LA VICENDA - Il 14 maggio del 2015 la donna arrivò all'ospedale San Francesco dopo un incidente stradale sulla statale 125 vicino ad Orosei.

Venne portata in sala operatoria.

Durante l'intervento chirurgico i medici si erano dimenticati una garza nell'addome, e solo 13 giorni dopo, nel reparto dov'era ricoverata, si accorsero di tutto.

Solo il 27 maggio in Chirurgia era stata fatta una Tac richiesta giorni prima, che finalmente aveva evidenziato la presenza della garza emostatica.

La donna morì due mesi dopo nel reparto di chirurgia d'urgenza del Brotzu di Cagliari, dove era stata trasferita per volere dei familiari, proprio per le complicazioni del caso.

LA PERIZIA - A sostenere l'accusa di omicidio colposo formulata dal sostituto procuratore Giorgio Bocciarelli, la relazione del medico legale Francesco Serra, che sottolinea come quella sera di maggio, all'interno della sala dell'ospedale nuorese, nessuno fece la conta degli strumenti utilizzati.

Non furono rispettate le prescrizioni del ministero della Salute che impongono prima, durante e dopo un intervento chirurgico, la conta del materiale e la redazione di un registro apposito.

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