Noragugume, l’ultimo saluto all’allevatore ucciso. Il parroco invoca il “perdono”
Folla alla cerimonia d’addio a Luigi Cherchi. Don Maurizio Demartis contro i delitti della faida: "La misericordia viene prima dell'odio e della vendetta". Proseguono le indagini
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"In questo triste giorno l'impegno della comunità dev'essere di vivere appieno i valori della fede in modo che certi fatti non si ripetano più. Bisogna mettere la misericordia prima dell'odio e il perdono prima della vendetta".
E’ un passaggio dell’omelia pronunciata dal parroco don Maurizio Demartis alla comunità di Noragugume, dal pulpito della chiesa di San Giacomo, nel corso del funerale di Luigi Cherchi, l'allevatore di 67 anni ucciso giovedì scorso nell'azienda di famiglia. Un omicidio su cui proseguono le indagini dei carabinieri e su cui aleggia lo spettro dell’antica faida che ha insanguinato il paese del Nuorese per anni.
"Siamo operatori di pace, pratichiamo la giustizia, un mondo di amore è possibile e dobbiamo crederci", ha aggiunto il parroco, davanti a tanti fedeli che hanno affollato la chiesa – parenti, amici e compaesani della vittima – molti dei quali costretti a restare all'esterno.
Quella della faida, come detto, resta una delle piste privilegiate dagli inquirenti. Due fratelli di Cherchi vennero infatti uccisi a loro volta negli anni scorsi, mentre un terzo fratello è stato condannato per omicidio.
Secondo i primi riscontri investigativi, l'allevatore è stato ucciso in un agguato, colpito da due fucilate esplose a distanza ravvicinata. Accanto al cadavere è stato trovato un fucile, ora nelle mani degli esperti balistici del Ris di Cagliari.
(Unioneonline/l.f.)